Terremoto in Turchia e Siria: tragedia immane

Terremoto in Turchia e Siria

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Terremoto in Turchia e Siria: tragedia immane

La cronaca di questi giorni sul terremoto in Turchia e Siria ha toccato le coscienze della gente e indotto alcuni a ritornare indietro con la mente ai giorni del 1980, ripensando alla nostra esperienza legata ai tremori della terra con il terremoto in Campania e Basilicata.

Il movimento tellurico mediorientale, di magnitudo 7,8 sulla scala Richter, ha ucciso oltre 25.000 persone e devastato un territorio che fisicamente è diventato altro, con la rimarcazione della faglia, spostatasi verso ovest rispetto al confine Turchia Siria.

“La faglia trascorrente”

“La faglia dell’Anatolia orientale è una faglia trascorrente. Ovvero lastre di roccia solida si spingono l’una contro l’altra lungo una linea di faglia verticale, accumulando stress fino a quando una scivola finalmente in un movimento orizzontale, rilasciando un’enorme quantità di tensione che può innescare un terremoto. Un’altra faglia, quella di San Andreas in California, è tra le più famose al mondo ed è dello stesso tipo: trascorrente. Con gli scienziati che avvertono che un terremoto catastrofico è atteso da tempo”.

Queste le informazioni di Gazzettino.it che mette in guardia anche gli americani per la tipicità della cosiddetta “faglia trascorrente” che accomuna i due tipi di territori.

Più di 28.000 vittime

Le vittime si contano in più di 28.000, e ancora tantissimi dispersi che, purtroppo, faranno innalzare la percentuale.

Numeri così catastrofici sono dovuti anche alle strutture fatiscenti del territorio turco, in particolare e siriano, con case costruite prima del 2000 senza alcun criterio antisismico e senza alcun intervento prodotto per tentare di mettere in sicurezza il più possibile le residenze.

Dicevamo del terremoto nel sud Italia del 1980 la cui magnitudo era di 6,7 sulla scala richter, quindi appena poco intenso rispetto a quello attuale in Turchia-Siria. Provocò la morte di circa 2500 persone che occupavano appartamenti fatiscenti, crollati durante quei pochi minuti di sisma.

Anche Napoli dovette contare i propri morti con l’implosione del fabbricato di via Stadera (a Poggioreale) al numero civico 86 che, come un castello di carta di nove piani, palazzo costruito nel 1952, provocò la morte di 53 vittime innocenti.

Il più grande disastro dal 1939

Questa la dichiarazione del presidente turco Erdogan, riportata da Gazzettino.it: “Il più grande disastro registrato dal 1939”.

“Così l’ha definito il presidente turco Erdogan. Il terremoto di magnitudo 7,8 che ha colpito oggi Turchia e Siria è probabilmente uno dei più letali. Con una rottura di oltre 100 km tra la placca anatolica e quella araba. Durante il 20° secolo, la faglia dell’Anatolia orientale ha prodotto poca attività sismica importante. Nell’area, solo tre terremoti hanno registrato una magnitudo sopra 6.0 sulla scala Richter dal 1970. Ma nel 1822 un terremoto di 7.0 colpì la regione, uccidendo circa 20.000 persone.

Per gli aiuti alle popolazioni turche e siriane

La macchina umanitaria, intanto, è scattata in tutto il mondo, anche in Italia che ha inviato aiuti in termini di materiali e uomini per dare una mano a queste popolazioni purtroppo martoriate sia dagli eventi naturali, come in questo caso, sia dalle guerre in atto, come sta accadendo in Siria da tanti anni a questa parte.

Per aiutare il popolo turco e siriano è possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza utilizzando il conto corrente postale n. 347013, oppure con donazione tramite il sito www.caritas.it, oppure con bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023” tramite:

Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111;

Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474;

Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013;

UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 0000110.

Si può anche utilizzare il sito di Save the Children per offrire il proprio contributo.

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