Allarme 118 in Campania: carenza di medici sulle ambulanze

Servizio 118 senza medici sulle ambulanze, allarme in Campania

Ancora una volta all’interno del 118, servizio di soccorso salvavita in città, scoppia l’ennesima “bomba”:  atavica carenza di medici a bordo delle autoambulanze. Un vero e proprio stillicidio di personale medico, infermieri ed autisti che ha elaborato un continuo “arrangiamento” dei turni.

Dal 1 febbraio mancheranno la metà delle ambulanze di stanza al Vomero ed a Pianura . Dei 5 o 6 dottori necessari a coprire i turni sulle 24 ore, in questi quartieri, se ne contavano solo uno o due. Ormai non si riusciva più a gestire una situazione che ormai persiste da troppo tempo. Ciò ha spinto Giuseppe Galano, responsabile della centrale operativa territoriale, a concentrare tutti i 35 medici ancora in organico, in solo 6 postazioni medicalizzate. Per ognuna di esse ci sarà  un’auto medica.

Giuseppe Galano Direttore della centrale operativa del 118

Secondo quanto affermato da Galano: ” In due anni abbiamo avuto 45 medici in meno sul territorio”. In pratica l’ambulanza di tipo B avrà l’autista ed un infermiere a bordo mentre il medico ed il secondo infermiere resteranno in allerta e pronti ad intervenire qualora ce ne fosse bisogno. Nel frattempo resteranno a disposizione delle altre ambulanze prive di medico a bordo. I medici che sono stati assegnati a queste nuove postazioni, si oppongono e sono in rivolta. Il Responsabile della centrale operativa ha chiarito: “Abbiamo dovuto razionalizzare facendo di necessità virtù, era inutile tenere in piedi turni di medici sparsi in varie postazioni. In due anni, durante il periodo Covid, abbiamo perso per vari motivi circa 45 colleghi e la carenza di personale è ormai gravissima e insostenibile. In condizioni straordinarie occorrono misure non ordinarie.

Ho preferito concentrare le forze residue in postazioni strategiche della città e dunque oltre Capri, avremo una ambulanza con medico a bordo a Ponticelli a est, Fuorigrotta (San Paolo) a ovest, l’Annunziata per il Centro storico, il San Giovanni Bosco in attesa che si chiarisca a febbraio il contenzioso per il bando Gesac, nella zona dell’Aeroporto, e infine il San Gennaro, dove un tempo c’era un Psaut, ossia una postazione 118 potenziata che svolgeva funzioni di primo soccorso in un ospedale diventato sede di attività ambulatoriali.

In un sistema del genere – chiarisce Galano – i codici rossi, che richiedono rianimazione e defibrillazione, verranno trattati dall’infermiere formato in tali manovre e deputato al trasporto nell’ospedale più vicino. Nei casi in cui, invece, il codice di urgenza è differibile (giallo o verde) sarà il medico inviato in seconda battuta con l’auto, a valutare. L’anno scorso 38 mila pazienti sono stati curati sul posto”.

La riunione convocata Da Galano, per comunicare le nuove disposizioni, è stata molto “movimentata”. I medici non sono disposti, dopo tre anni di pandemia e turni massacranti, a “piegarsi” all’ennesima decisione senza tenere conto della loro professionalità e della loro tutela.

Lino Pietropaolo, responsabile regionale della Cisl sottolinea quanto “i dottori siano stanchi, sfiduciati, demotivati. Questi hanno bisogno di ascolto e di coinvolgimento  attivo in decisioni che incidono così fortemente su consuetudini e routine di lavoro. Molti di questi colleghi sono pronti ad andare via verso i più tranquilli e stabili lidi della medicina di famiglia o delle guardie mediche. Servirebbe una maggiore attenzione mancata in passato e che continua a essere negata oggi”.

Oggi, dopo la pandemia, tra pensionamenti, decessi, fughe e abbandoni, si sono ridotti a 35 unità di cui 33 operative. Per cui i sindacati sono pronti a dare battaglia. Galano ha convocato la Cimo per la settimana prossima.

Anche il SAUES esprime il suo dissenso

Anche il Consiglio aziendale Casertano del SAUES (sindacato autonomo urgenza emergenza sanitaria) ha espresso la sua contrarietà all’eliminazione dei medici dalle ambulanze all’istituzione di auto mediche, già in una riunione del 20 gennaio 2023. Per questo motivo il SAUES ha chiesto un incontro con i vertici dell’Asl di Caserta. La preoccupazione del sindacato è che, affidando l’organizzazione del Servizio 118 ad associazioni di volontariato, si rischia di generare pesanti disservizi. In particolare chi ne “pagherebbe” le conseguenze quegli ambiti territoriali a popolazione sparsa, con gravi ripercussioni per l’utenza ed enormi danni ai medici.

Un sistema sanitario ormai al collasso

Il sistema sanitario, ormai, è disastroso. Prima della pandemia aveva già “sofferto” dei continui tagli di fondi. Poi negli ultimi tre anni la situazione è diventata catastrofica. Abbiamo assistito ad una graduale carenza di personale medico ed infermieristico, ad una carenza dei farmaci. Ospedali e macchinari ospedalieri completamente inutilizzati perchè non c’erano nè medici nè infermieri. In piena crisi sanitaria più volte si è arrivati al collasso del sistema. Quei pochi medici rimasti preferiscono lavorare per la medicina di famiglia o per la guardia medica. Lo sconforto e la mancanza di fiducia in questo sistema ormai “fallimentare”, è comprensibile. Ma ancora più allarmante è la sfiducia degli utenti nel sistema sanitario.

La tensione resta molto alta, specialmente all’interno degli ospedali dove la carenza di personale medico scatena le ire degli utenti che si sentono ignorati e abbandonati. Il sistema sanitario è l’organo che dovrebbe tutelare la nostra salute, ma in queste condizioni chi lo aiuterà ad uscire dalla crisi e poter ancora assicurare un servizio utile e preparato alla collettività?

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