Volla, mancano gli assistenti ai disabili, protestano gli OSA

  • A Volla mancano gli assistenti ai disabili, gli operatori sanitari sono in protesta

A Volla, comune in provincia di Napoli, mancano gli assistenti ai disabili, gli operatori sanitari (OSA) sono in protesta. Su Impresa Italiana si legge che martedì è scattata la contestazione, ma da parte della politica nessuna risposta. Gli operatori lamentano la perdita di lavoro a causa di un cambiamento di cooperativa. La settimana scorsa hanno protestato anche i genitori dei bambini disabili, stanchi di questi disservizi che incidono tanto sulla condizione dei loro figli. Qualcosa si è mosso ma non tutto è stato risolto.

La protesta dei genitori

I genitori sono stanchi di essere smistati da un ente all’altro per risolvere il problema della mancanza di assistenza specialistica per i loro figli. “Le educatrici sono arrivate, ma dobbiamo accontentarci. Alcuni bambini hanno un’ora di assistenza a settimana anche se il piano educativo prevede 12 ore settimanali.” Alcune mamme dicono: “Per quanto riguarda mio figlio non mi hanno saputo dire quante ore ci sarà l’educatrice questa settimana, é un mistero. Invece per gli OSA, il sindaco ha detto che avrebbero provato a risolvere.” Secondo gli OSA si tratta della solita passeggiata a vuoto senza risposte dalla politica.

Il Dott. Roberto Barbato presidente della cooperativa dove lavoravano gli operatori ha così commentato: “Ho partecipato alla manifestazione di interesse, ma non sono stato invitato alla gara anche se avevo i requisiti. Lavoriamo in tutta Italia erogando questo tipo di servizi, avevo 35 dipendenti tra Osa ed educatori professionali.”

L’assistenza materiale va distinta dall’assistenza specialistica commenta il sindaco

Il sindaco di Volla Giuliano Di Costanzo e l’assessore all’istruzione Daniela Petrone, ribadiscono che l’assistenza materiale è un servizio che compete alle scuole, mentre al comune compete l’assistenza specialistica. “Il servizio di assistenza speciale è partito a pieno regime in tutti gli istituti del territorio. Ci sono stati dei ritardi nell’avvio del nuovo servizio dovuti a difetti di comunicazione ed organizzazione, che oggi mi risultano ampiamente superati” commenta l’assessore.

L’assistenza materiale per legge, è fornita da personale Ata con specifica mansione. Negli anni passati, assieme agli educatori professionali, venivano forniti anche alcuni operatori OSA di supporto. Col nuovo affidamento questa opzione non è stata prevista e di conseguenza l’assistenza materiale é tutta a carico del personale scolastico. Al momento non siamo riusciti a trovare una soluzione ma stiamo continuando a lavorarci in collaborazione con scuola e famiglie.”

I dirigenti scolastici non ci stanno e lamentano una serie di difficoltà

I dirigenti scolastici lamentano una serie di problematiche nel fornire il servizio di assistenza materiale, tra cui la mancanza di personale specializzato e chiedono al comune un passo indietro. Chiedono di ricercare nuovi supporti economici per ripristinare questo servizio indispensabile. Ecco cosa dicono i Presidi degli istituti: “Tra le 4 scuole vollesi non ci sono collaboratori scolastici con la prima posizione economica stipendiale art.7, altri sono uomini e quindi affidati ad altre mansioni. I collaboratori scolastici hanno un orario che non coincide con la totale permanenza a scuola dell’allievo, possono esserci carenza o assenza di personale.”

“Altri hanno invalidità parziali certificate dal medico competente, che non consentono di sollevare pesi consistenti come ad esempio un bambino di 12 anni in carrozzella da passare su un fasciatoio. Infine alcuni lavoratori temono di non saper effettuare correttamente procedure e manovre adeguate, proprio per questi minori che effettivamente hanno bisogno di ricevere attenzioni ed azioni calibrate e competenti”

A Napoli negata scuola ad un 16enne disabile per mancanza di un assistente materiale

In un articolo su Tutto Sanità datato 11 novembre 2022 si legge che un ragazzo di 16 anni disabile, è costretto a frequentare la scuola per pochissime ore e poi deve tornare a casa. Francesco, questo il nome del ragazzo, torna a casa con il pannolone pieno di pipì perché non c’è nessuno che lo assiste nel cambio. Questa condizione è dovuta alla mancanza di un assistente materiale che si occupi del giovane. La famiglia esasperata da questa situazione, decide di ritirarlo da scuola. Della storia di Francesco ne parla qualche quotidiano, qualche tv e poi basta.

Toni Nocchetti, presidente dell’associazione ‘Tutti a scuola’ che si occupa dei diritti dei disabili, dichiara: “Francesco diventa un piccolo insignificante inconveniente capitato sulla scrivania di un dirigente scolastico o nelle mail dei computer dell’ufficio scolastico regionale della Campania Francesco diventa un piccolo incidente di percorso , insignificante, invisibile e da rimuovere al più presto”. Nocchetti denuncia: “viviamo un tempo strano, in un mondo che dedica attenzioni maniacali al mal di schiena di un giocatore di calcio , un tempo assurdo che vede nel solo 2022 spendere in Italia 140 miliardi di euro per le lotterie. 140 miliardi di euro gettati nella fogna culturale e morale del me ne frego degli altri. Scusami Francesco e la sua famiglia ci perdoni per quello che siamo diventati”.

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