Un medico si rifiuta di firmare un certificato illegale, viene aggredito

Un medico della guardia medica a Cologna Veneta, si rifiuta di firmare un certificato illegale e viene aggredito.

La settimana scorsa un medico di turno presso la guardia medica a Cologna Veneta viene aggredito da un’operaio. L’episodio viene riportato su Veronasera. L’uomo si è presentato durante la notte e pretendeva che il medico gli firmasse un certificato di malattia che la guardia medica non può rilasciare. L’aggressore è così andato su tutte le furie, minacciando e spintonando il medico che è poi riuscito a chiamare i carabinieri. Continuano e purtroppo aumentano le aggressioni ai sanitari. Gente esasperata dai problemi quotidiani non tollera più rifiuti ed anche illegalmente pretende certificati che non possono essere firmati.

Tommasa Maio, segretaria nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) ha rilasciato un suo commento. “Non possiamo più accettare di essere esposti a questi rischi nell’assoluto immobilismo di quanti hanno la responsabilità di tutelarci. Non è tollerabile che i medici impegnati in prima linea debbano essere alla mercé di questi soggetti e nulla si faccia per arginare il fenomeno e punire i colpevoli. Questo episodio è l’ennesima dimostrazione che l’inasprimento delle pene previsto dalla recente legge non è sufficiente”.

La dichiarazione di Massimo Misiti segretario Collegio Chirurghi esasperato da questa situazione

Su SanitàInformazione Massimo Misiti segretario Collegio Chirurghi rilascia un suo pensiero sulla drammatica situazione che si sta verificando purtroppo in tutto il nostro paese. “Il numero dei medici aggrediti in servizio, e non solo, è in continuo aumento. Si tratta di violenze esercitate, per lo più, da parenti di pazienti esasperati dalle lunghe attese che non dipendono dalla volontà dei sanitari. Mi chiedo quanti colleghi saranno ancora disposti a prestare servizio senza le adeguate garanzie e tutele. Quanti lavoratori di altri settori, invece, a quest’ora sarebbero già scesi in piazza a protestare per una situazione diventata insostenibile? I medici no!

Loro continuano a recarsi in corsia per onorare la propria professione, seppure tra mille difficoltà di gestione, burocratiche e, a questo punto, anche sociali. È indubbio che la situazione, ormai diventata normalità, sia esasperata dalle precarie e difficili condizioni in cui versa la sanità nazionale. Ma questo non può e non deve rappresentare un alibi che giustifichi le aggressioni, le minacce, il clima teso e irrespirabile che gli operatori sanitari vivono quotidianamente. A cosa è servito istituire un osservatorio che è evidentemente cieco e inerme davanti a questi accadimenti? La L. 113/2020 prevede, infatti, un aumento di pena in caso di lesione agli operatori sanitari e l’istituzione di un Osservatorio nazionale.”

Non è cambiato nulla

“Non servono le inutili giornate di sensibilizzazione come quella “Nazionale di Educazione e Prevenzione dei fenomeni di Violenza”. Necessitano ristrutturazioni delle aree di accoglienza per i parenti dei pazienti che arrivano nell’area di emergenza, che sono poi quelli che creano problemi,. Servono presidi di polizia per queste aree, con sorveglianza h24 e registrazione degli utenti; e di ciò, all’epoca è stata fatto richiesta, ma è caduta nel nulla di fatto.” Continua Misiti angosciato.

“Da quando sono stati eseguiti degli studi analitici sulla violenza sui sanitari, vedi Anao Assomed del 2020, non è cambiato nulla. Non è stato alzato il livello di tutela e sicurezza negli ambienti sanitari. Medici ed operatori continuano costantemente non solo a combattere con le diverse patologie per aiutare i propri pazienti, ma allo stesso tempo devono sbattere i pugni per chiedere di avere mezzi e strutture adeguati. Tutto questo sperando di non incorrere in parenti di utenti furibondi pronti ad attaccare per sfogare la propria rabbia verso chi, a ben vedere, non sempre ha colpe dirette sull’esito non immediato e risolutivo delle cure prestate!”

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *