Tragedia a Pozzuoli, uccide la moglie poi si toglie la vita, in casa i 3 figli

Tragedia a Pozzuoli, un uomo uccide la moglie poi si toglie la vita, in casa erano presenti i 3 figli

Una tragedia si é consumata a Pozzuoli nel napoletano, un uomo uccide la moglie poi si toglie la vita, in casa erano presenti i 3 figli. Probabilmente si tratta dell’ennesimo caso di femminicidio. Da quanto é emerso dalle prime indagini, sarebbe stato un attacco di gelosia dell’uomo ad armare la sua mano e ad uccidere prima la moglie e poi sè stesso con la stessa pistola. L’uomo non disponeva di porto d’armi. Ora si cerca chi ha venduto il revolver ad Antonio “Tony” Di Razza.

I corpi di Angela Gioiello, casalinga di 39 anni, e del marito Antonio Di Razza, operaio metalmeccanico 50enne, sono stati ritrovati ieri pomeriggio all’interno della loro abitazione. I carabinieri sono subito corsi sul posto dopo essere stati allertati dai vicini di casa che avevano sentito colpi di arma da fuoco. Angela Gioiello era casalinga, mentre Antonio Di Razza, lavorava per Prysmian Group, produttore di cavi sottomarini.(TgCom24)

I 3 figli erano presenti in casa

Un’altra drammatica vicenda che si consuma alla presenza dei figli di 8, 13 e 16 anni, fortunatamente in questo caso non hanno assistito alla scena in quanto si trovavano in altre stanze. Stanno purtroppo aumentando i casi di femminicidio che avvengono in presenza dei figli minori. Un altro drammatico episodio é accaduto ad aprile scorso, un uomo che faceva parte del clan Di Lauro, aggrediva e molestava la moglie davanti ai 3 figli minorenni. Tali fatti sono stati denunciati dalla moglie del Di Lauro, con lui non più convivente,  dopo l’ennesimo episodio di cui è stata vittima la sera precedente, allorquando il marito si era presentato sotto il balcone di casa con del liquido incendiario.

La violenza assistita

Su sito Save the children la violenza assistita è stata definita dal Cismai (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso dell’Infanzia) come “il fare esperienza da parte del/la bambino/a di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulti e minori”.

In Italia sono 427 mila i minorenni che nell’arco temporale 2009-2014 hanno vissuto la violenza dentro casa. Diretta o indiretta. In quest’ultimo caso il bambino prende consapevolezza di quello che sta accadendo osservando gli effetti stessi della violenza esercitata da padri, compagni od ex-partners sul corpo della propria mamma, sulla psiche e sull’ambiente in cui vive.

La violenza domestica, diretta e indiretta ha degli effetti dal punto di vista fisico, cognitivo, comportamentale e sulle capacità di socializzazione dei bambini e degli adolescenti:

  • Impatto sullo sviluppo fisico: il bambino, soprattutto in tenera età, sottoposto a forte stress e violenza psicologica può manifestare deficit nella crescita staturo ponderale e ritardi nello sviluppo psico motorio e deficit visivi.
  • Impatto sullo sviluppo cognitivo: l’esposizione alla violenza può danneggiare lo sviluppo neuro cognitivo del bambino con effetti negativi sull’autostima, sulla capacità di empatia e sulle competenze intellettive.
  • Impatto sul comportamento: la paura costante, il senso di colpa nel sentirsi in un qualche modo privilegiato di non essere la vittima diretta della violenza, la tristezza e la rabbia dovute al senso d’impotenza e all’incapacità di reagire sono conseguenze che hanno un impatto sul bambino esposto a violenza. Inoltre possono insorgere fenomeni quali l’ansia, una maggiore impulsività, l’alienazione e la difficoltà di concentrazione. Sul lungo periodo tra gli effetti registrati ci sono casi più o meno gravi di depressione, tendenze suicide, disturbi del sonno e disordini nell’alimentazione.
  • Impatto sulle capacità di socializzazione: subire violenza assistita influenza le capacità dei più piccoli di stringere e mantenere relazioni sociali.
Cosa fare in caso di violenza assistita
  • Se si subisce violenza domestica cosa fare?

E’ fondamentale non interrompere le relazioni parentali ed amicali che possono dare un supporto;

Puoi trovare aiuto presso i centri specializzati: Centri-Sportelli anti-violenza; o telefonare al numero nazionale anti-violenza/stalking: 1522.  Attivo h24, multilingue, gratuito, sia da rete fissa che mobile.

  • Se si è testimoni diretti di violenza domestica cosa fare’ (caso dei vicini che sentono urla, botte etc)

È importante non ignorare la situazione e contattare subito le forze dell’ordine (112).

  • Se si è testimoni indiretti di violenza domestica (lividi, comportamento sfuggente etc.)

Approccia con discrezione l’argomento, ascolta la persona coinvolta, suggeriscile di rivolgersi a servizi specializzati che possono offrire sostegno come il numero nazionale anti-violenza stalking 1522 oppure i centri-sportelli antiviolenza.

  • Se si è testimoni indiretti di violenza assistita (se quindi si notano i segnali rilevatori sul bambino)

A seconda del caso e della relazione con il minore in questione (figlio di amici, conoscenti, compagno di classe del proprio figlio etc..), cerca di approfondire con alcune figure di riferimento del minore (insegnante, baby sitter, parenti, amici adulti) la situazione famigliare.

Gli insegnanti, il personale sanitario in servizio nei presidi pubblici e gli operatori dei servizi pubblici, in quanto incaricati di pubblico servizio, hanno l’obbligo di segnalare il caso di violenza o maltrattamento in famiglia alle autorità competenti che attraverso le indagini verificheranno la sussistenza o meno di un reato.

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