Strage ad Alessandria: un uomo uccide la famiglia, poi si toglie la vita

Strage ad Alessandria, un uomo uccide la famiglia: moglie, figlio e suocera, poi si toglie la vita

Strage ad Alessandria, un uomo uccide la famiglia: moglie, figlio e suocera, poi si toglie la vita “a casa troverete due cadaveri” scrive. Ieri mattina, mercoledì 27 settembre, Martino Benzi, ingegnere 67enne uccide prima la moglie ed il figlio in casa, poi si reca come tutte le mattine, presso l’istituto di cura e riabilitazione Divina Provvidenza, a trovare la suocera, ma stavolta non in visita di cortesia. Preso da un raptus uccide l’anziana donna di 78 anni con un coltello, nei giardini della struttura, dopo si toglie anch’egli la vita.

“Martino è venuto qui come tutti i giorni – racconta una suora a TorinoTodaye aveva salutato cordialmente la signora Carla, che aveva ricambiato. Di solito, però, passava con sua moglie che oggi non c’era. Il figlio invece veniva una volta la settimana”. Insospettite dall’assenza della moglie le suore hanno chiamato subito la polizia.

I carabinieri trovano a casa gli altri due cadaveri

I carabinieri sembra che abbiano trovato addosso all’assassino un biglietto in cui lui avvisava della presenza di altri due cadaveri a casa sua e in cui scriveva “a casa troverete due cadaveri“. Dopo essersi accertati che la moglie non era andata a lavoro ed il figlio non era a scuola, i carabinieri arrivano sul posto, sfondano la porta dell’abitazione situata al terzo piano di una palazzina in via Lombroso e trovano i due cadaveri di moglie e figlio dell’Ingegnere. Il ragazzo, Matteo, che frequentava l’Istituto Volta, era atteso in classe per le 10,30 in quanto prima c’era un’ assemblea sindacale del personale. In casa sembra sia stato trovato anche un altro biglietto, in cui Benzi sì dichiarava colpevole di avere sterminato la sua famiglia “che amava sopra ogni altra cosa”.

Dagli esiti delle prime indagini si evince il figlio non avrebbe avuto nessuna reazione prima di essere ucciso, mentre con la moglie l’uomo avrebbe avuto una colluttazione. Per tutti i vicini di casa la famiglia era tranquilla e riservata, nulla dava ad intendere che ci fossero situazioni strane nell’appartamento.  La signora Berta lavorava alla Damiani, storica industria di gioielli di Valenza Po. Un anno e mezzo fa era stata colpita da leucemia ed era stata sottoposta a trapianto di midollo osseo, ma si era ripresa ed era tornata a lavorare part-time.

Benzi aveva un suo blog

Martino Benzi, che aveva uno studio di consulenza informatica, aveva un blog personale in cui raccontava diversi aspetti della sua vita: “Sono uno che nato nel 1956 si è deciso a fare un figlio a 50 anni, età in cui qualche mio compagno di scuola diventava nonno. Allora non stupitevi se questo blog, a volte, presenterà dei contenuti stranamente incongrui per il pacato gentiluomo che dovrei e vorrei essere”. Nel blog spesso faceva riferimento a suo figlio Matteo. “Mi piace raccontare. E scrivere. Ho incominciato a farlo seriamente il giorno in cui mio figlio ha compiuto diciotto mesi e all’inizio era la trascrizione delle favole raccontate a lui, poi sono diventate storie per quando fosse stato più grande”. Sempre a proposito del figlio scriveva “A maggio 2006 mi è nato un bel bambino, all’età in cui qualche mio compagno di scuola diventava nonno. Non credo di aver bisogno di dirti che una cosa del genere contribuisce – mi costringe – a mantenermi giovane e al passo coi tempi”.

Le parole delle suore prese dallo sgomento per la vicenda

“Il gesto estremo, violento e inspiegabile avvenuto nel nostro giardino ci ha tutte lasciate sgomente e senza parole – si legge in una nota ufficiale della superiora provinciale suor Natalia Rognoni -. Mentre esprimiamo massima vicinanza e le condoglianze più sincere alla famiglia dei deceduti così profondamente colpita, assicuriamo le nostre preghiere di suffragio e, per quanto di nostra competenza, la totale collaborazione alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria affinché si possa fare presto piena luce su questa dolorosa vicenda”.

“Era una signora dolce – la ricorda una suora – che era solita muoversi con un girello. I suoi familiari non ci avevano mai rappresentato di avere alcun problema: è sta una tragedia familiare che nessuno si sarebbe potuto aspettare”.

Aumentano le stragi familiari

Aumentano i casi di stragi familiari, in una nota dell’AGI (Agenzia Italia) del 4 maggio 2022 si legge che: in 10 anni in Italia ci sono state 131 stragi familiari con 287 vittime. Il 56% delle vittime sono donne, 94 sono i figli uccisi. Nel 54,2% dei casi (71 in valori assoluti) gli autori, dopo aver commesso la strage, si sono suicidati (si parla in questo caso di “suicidi allargati”), a fronte del restante 45,8% (pari a 60 autori) che non si sono invece tolti la vita.

 

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