Napoli, prende la compagna a calci e pugni sul Lungomare

Napoli, un uomo prende a calci e pugni la compagna sul Lungomare che si nasconde in un negozio

Un uomo di 33 anni di Afragola prende a calci e pugni la compagna sul Lungomare sotto gli occhi di tutti i passanti. Secondo quanto riportato su Fanpage.it, quando i poliziotti si sono recati a casa dell’aggressore hanno trovato anche 25 proiettili, segno della natura violenta dell’uomo. La donna inoltre, era stata già maltrattata più volte.

L’aggressione è avvenuta ieri pomeriggio, giorno di Pasquetta, nei pressi della Rotonda Diaz. Qui sono arrivati i poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e del Commissariato San Ferdinando, che erano impegnati in un servizio di controllo del territorio e sono stati allertati dalla Centrale Operativa, alla quale era arrivata una segnalazione di una lite in strada.

Cos’hanno trovato i poliziotti appena arrivati sul Lungomare

Quando sono arrivati sul posto, i poliziotti sono stati avvicinati da una persona che ha raccontato che, poco prima, una donna era stata aggredita fisicamente dal suo compagno. Quest’ultimo, poi, si era allontanato. Gli agenti, a quel punto, hanno raggiunto la donna che si era rifugiata in un esercizio commerciale.

La vittima ha confermato di essere stata aggredita con calci e pugni dal compagno e non era la prima volta che subiva da lui un’aggressione di questo tipo.

Trovato l’uomo nella sua auto dove conservava nascosta della marijuana

Gli agenti hanno rintracciato l’uomo a bordo della sua auto e lo hanno fermato. Inoltre, hanno trovato nell’abitacolo della vettura un barattolo di vetro contenente marijuana, mentre presso la sua abitazione hanno trovato 25 cartucce calibro 6,35. Il 33enne di Afragola con precedenti di polizia è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali e denunciato per detenzione abusiva di munizionamento. Infine, è stato sanzionato amministrativamente per detenzione di sostanza stupefacente per uso personale.

Continuano senza sosta le aggressioni alle donne, anche per strada sotto gli occhi di tutti

Un episodio simile è accaduto presso il centro commerciale Le porte di Napoli ad Afragola, un testimone racconta: “Ero appena uscito con la mia famiglia, dal centro commerciale, dopo aver fatto una passeggiata. Ci dirigiamo verso la nostra auto, al parcheggio custodito e notiamo un uomo e una donna che stavano discutendo animatamente. Dopo pochi minuti la discussione si accende e diventa sempre più forte. L’uomo prende la donna per il braccio e la scaraventa lontano, lei scappa verso la sua auto ma lui la rincorre, entra con violenza nell’auto ed inizia a maltrattarla. Abbiamo visto la scena in lontananza non sono riuscito a prendere nemmeno il numero di targa dell’auto perché poi sono allontanati rapidamente. Questo episodio ci ha lasciati davvero nello sconforto, ormai la gente non trattiene più gli istinti violenti tanto da agire in pubblico senza alcun timore. Ormai sembra di vivere in una jungla”.

Come accorgersi che una donna sta subendo una violenza

Sul sito Casa delle donne per non subire violenza, ci sono alcuni consigli su come accorgersi che una donna sta subendo una violenza.

Esistono degli indicatori (psicologici, comportamentali, fisici) che possono aiutarci a comprendere se una donna subisce maltrattamenti:

  • psicologici: paura, stati d’ansia, stress, attacchi di panico, depressione, perdita di autostima, agitazione, auto colpevolizzazione;
  • comportamentali: ritardi o assenze dal lavoro, agitazione in caso di assenza da casa, racconti incongruenti relativi a lividi o ferite, chiusura o isolamento sociale;
  • fisici: contusioni, bruciature, lividi, fratture, danni permanenti, aborti spontanei, disordini alimentari.

Esiste un solo modo per saperlo con certezza: chiederlo direttamente.

E’ importante che la domanda sia posta in un contesto di calma e tranquillità. E’ fondamentale che la donna si senta a suo agio al sicuro, perché possa parlare.

Le donne sono reticenti a parlare per vergogna, per paura che il compagno lo venga a sapere, per timore di non essere credute, perché pensano che sia colpa loro. E’ molto importante ascoltare, offrire il proprio supporto, con atteggiamento non giudicante e non forzare a prendere decisioni.

 

 

 

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