L’Ipercoop di Afragola chiude: scatta la protesta, un dipendente minaccia di gettarsi giù dall’edificio
L’Ipercoop di Afragola chiude le porte, scatta la protesta, un dipendente minaccia di gettarsi giù dall’edificio
L‘Ipercoop di Afragola chiude le porte, il panico dei lavoratori con famiglie a carico che rischiano di restare senza lavoro. Il grande ipermercato situato nel complesso commerciale Le Porte di Napoli ad Afragola, rischia di chiudere definitivamente. I lavoratori sono in agitazione e manifestano le loro disapprovazioni davanti al centro con striscioni e canti di protesta. La prima apertura del centro nel 1999, poi sono cominciati i primi periodi di crisi e la riduzione del personale a 140 unità. Successivamente viene ceduto a una società che rileva anche altri punti vendita in regione legata al marchio storico della Lega delle Cooperative. Anche gli altri negozi sono stati ceduti.
La disperazione dei lavoratori in cassa integrazione da 3 anni
Tra i manifestanti un lavoratore si è arrampicato sul tetto minacciando di lanciarsi nel vuoto ed ha spiegato la situazione in cui lui e gli altri dipendenti sono costretti a sopportare- Le interviste al TGRCampania “Siamo da tre anni in cassa integrazione con stipendi da fame. Poi a fine mese finirà tutto perché il 31 gennaio ci scade la cassa integrazione. Questo imprenditore ormai è fallito, perché ha chiuso il punto vendita da 3/4 mesi. Le istituzioni ci hanno abbandonato. Siamo abbandonati al nostro destino. Ormai noi siamo carne morta, nessuno si occupa di noi. Io sono disperato così come il resto dei colleghi, perché negli ultimi sei anni ho accumulato solo debiti, perché lo stipendio era sempre da fame. Ora finirà anche quel poco di elemosina che prendevamo. Che dobbiamo fare? La disperazione ci ha presi a tutti. Se non abbiamo delle risposte prima o poi qualcosa accade. Nessuno mi dà risposte, perché dovrei scendere da qua sopra? Se torni a casa e non porti un euro perdi anche la dignità. Ho bisogno di risposte, di qualcosa di concreto».
“Ci abbiamo creduto, ma alla fine poi abbiamo capito che tutti questi valori decantati dalla cooperativa, l’etica morale, alla fine si sono rivelate solo parole, perchè nei fatti 130 famiglie rischiano di rimanere a casa. E’ arrivata una semplice comunicazione scarna, di due righe in cui si diceva che dal 3 ottobre 2022 il negozio chiudeva per motivi tecnici”. “In un momento come questo e in un territorio come questo, 130 persone più l’indotto non si possono perdere. Chiamiamo le istituzioni della Coop alle proprie responsabilità”. I lavoratori continueranno il loro sit-in senza arrendersi.