Marcianise: avvocato prometteva posti di lavoro nella Finanza in cambio di 20mila euro

A Marcianise un avvocato prometteva posti di lavoro nella Finanza in cambio di somme cospicue di danaro

Denunciato un avvocato di Marcianise che prometteva posti di lavoro nella Guardia di Finanza in cambio di somme cospicue di danaro. Una truffa che ammonta a 500.000 euro per un finto concorso. L’avvocato civilista casertano, 60 anni, padre di un noto tronista di Uomini&Donne, ha attirato nella sua rete 25 ragazzi aspiranti finanzieri. I giovani erano convinti di prepararsi per il concorso che doveva svolgersi presso il comando generale della guardia di finanza in via De Pretis a Napoli a gennaio 2023. In cambio dell’ingente somma di 20.000 euro, l’avvocato aveva promesso loro che sarebbero stati sicuramente assunti grazie anche alle conoscenze che aveva nel settore.

La denuncia di una delle giovani truffate dall’avvocato

Secondo quanto riportato su Teleclubitalia.it la denuncia è scattata da parte di una delle persone truffate dall’avvocato. La giovane ha investito tutti i suoi soldi in cambio della finta promessa. Grazie alla sua testimonianza è partita l’indagine degli uomini della squadra investigativa del commissariato di Marcianise, che hanno ricostruito la truffa architettata dall’avvocato.

Il 60enne offriva lezioni al gruppo di studenti per prepararli a un presunto maxi-concorsone nel periodo dell’emergenza Covid che, guarda caso, puntualmente subiva un ritardo. Nel corso della preparazione, avrebbe poi loro prospettato la possibilità di superare i test in cambio di 20mila euro necessari a oliare un meccanismo di presunte raccomandazioni. L’ingresso nelle Fiamme Gialle sarebbe stato assicurato. Il civilista avrebbe raccolto, con questo imbroglio, circa 500mila euro. Ha ammesso, poi, di aver architettato la grossa truffa. Gli toccherà adesso difendersi dall’accusa di truffa aggravata. L’inchiesta pare si sia allargata e gli investigatori della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, non escludono che siano stati coinvolti altri aspiranti al finto concorso.

Un episodio simile ma di più vaste proporzioni è accaduto nel 2020

Circa 150 persone sono state indagate in tutta Italia per un concorso truccato nelle forze di Polizia. Accuse per truffa, ricettazione e reato di repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche. Secondo quanto riportato su PalermoToday è stato accertato dalle indagini delle Fiamme Gialle che sarebbe stato l’ingegnere che predisponeva i questionari della prova scritta di cultura generale a formulare il sistema. L’uomo avrebbe ideato un algoritmo, applicabile alla maggior parte dei quesiti, in grado di decriptare le risposte.

Successivamente soggetti appartenenti (o ex dipendenti) alle forze armate ed alle forze di polizia, individuavano le persone a cui svelare il trucco. La “formula magica” veniva propinata agli aspiranti militari che, dietro pagamento di circa 20 mila euro, partecipavano a presunti corsi di preparazione all’esame. Avrebbero poi ricevuto aiuti anche per le successive fasi concorsuali, con i test fisici e psico-attitudinali. Appreso il sistema a loro volta i 150 indagati lo avrebbero diffuso a pagamento ad altre persone creando una rete fraudolenta.

 

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