L’arresto dello zio della piccola Kata può fornire ottimi indizi

L’arresto dello zio della piccola Kata, scomparsa il 10 giugno scorso, può fornire ottimi indizi

L’arresto dello zio della piccola Kata, scomparsa il 10 giugno scorso, può fornire ottimi indizi agli inquirenti. Ieri a Firenze è stato arrestato insieme ad altre tre persone, Argenis Abel Alvarez Vazsquez, detto Dominique, lo zio materno della piccola Kata. Il motivo del suo arresto é da ricondursi al racket degli affitti che si svolgeva presso l’Hotel Astor a Firenze, occupato da romeni e peruviani e dove viveva anche la famiglia di Kata. Tra i reati contestati c’è il reato di estorsione, quello delle lesioni gravi e del tentato omicidio.

Nell’indagine coinvolti anche i genitori di Kata

Nell’indagine sono stati coinvolti anche i genitori di Kata, Miguel e Kathrine, la coppia è stata perquisita allo scopo di ottenere la copia forense dei loro cellulari. Inoltre é stata anche accusata da un uomo peruviano, che viveva abusivamente nell’ex hotel Astor di Firenze, di aggressioni. A quanto pare nel corso di una discussione l’uomo é stato colpito violentemente dalla coppia.

Il 22 marzo 2023, secondo la querela, intorno alle 22.30, durante una discussione, riporta il gip, il denunciante “era stato colpito da Miguel Angel Chicclo Romero ‘con pugni al volto”, e dalla fidanzata di quest’ultimo, Katherine Alvarez, “che lo aveva graffiato con le unghie sul braccio sinistro e sulla faccia” da un tale Marlon, che è il fratello di Miguel”, zio paterno di Kata, “con violenti pugni al fianco destro e sulla schiena”. Nella circostanza contemporaneamente era stata colpita la fidanzata, da un altro peruviano ancora.

Lo stesso querelante ha ricostruito le angherie – minacce, richieste di soldi, violenze – subite da Carlos, il ras dell’Astor, arrestato oggi con lo zio di Kata, Abel, e con altri due peruviani. Nella querela rievoca le sere che portarono a quella cruciale del 28 maggio (vi fu la defenestrazione di un ecuadoregno), con irruzioni nelle camere per cacciare alcuni occupanti – e venderle ad altri – organizzate da Carlos e da Dominique, che è il soprannome dello zio Abel di Kata. In una irruzione i due avrebbero preso di peso lo zio del denunciante per buttarlo fuori da una stanza; poi Abel colpì con un pugno lo stesso querelante.

L’ordinanza riporta affermazioni prese a verbale, come teste, dello zio paterno di Kata, Marlon Edgar Chicclo Romero, che il 13 giugno 2023 – dopo il sequestro della nipote, in pieno avvio di indagini – spiegò che all’interno dell’ex hotel Astor suo fratello Miguel Angel, padre di Kata, insieme ad Abel, il cognato, avevano la gestione delle stanze dell’albergo. In particolare, si ricava sempre dall’ordinanza, Marlon spiegava che “ogni volta che una famiglia andava via, loro acquistavano il diritto ad entrare nella stanza e la rivendevano a chi ne faceva richiesta” e che “erano soliti vendere una stanza piccola a 800 euro una tantum mentre quelle con il bagno a 1.200 euro una tantum”. (La Nazione)

Cos’ é successo alla piccola Kata il 13 giugno 2023

Sono le 15 di sabato 10 giugno e la bambina, che è sotto la custodia dello zio perché la madre è al lavoro, si affaccia dall’ingresso principale dell’ex Hotel Astor, la struttura che ospita molte persone senza una casa, in cui la piccola vive insieme alla madre.

Le telecamere del Comune di Firenze sono puntate proprio sull’ingresso dell’ex hotel e filmano, per qualche secondo, la bambina che appunto si affaccia sull’ingresso che dà sulla strada. Poi rientra dentro. E’ a quel punto che sparisce, come inghiottita nel nulla. Lo dicono anche i carabinieri con il comandante provinciale: “Sembra sparita nel nulla”. Alle ore 20 la mamma ne denuncia la scomparsa e alle 20:30 iniziano le ricerche. Lo zio della piccola ha detto che lui la teneva d’occhio dalla finestra del suo alloggio e poi non l’ha vista più nel cortile: sarebbe sparita “in un attimo”. Kata, si ricostruisce sul posto, può essere uscita dal cancellino su via Boccherini, quello da cui passano gli occupanti. Ancora oggi si cerca la bambina. I magistrati indagano per il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione, ipotizzando che la vicenda sia collegata al racket degli affitti dei posti letto nell’immobile occupato dove viveva la famiglia.

Le risposte degli avvocati dei genitori

“L’arresto dello zio di Kata conferma quel che da subito è stato il mio convincimento investigativo. Difatti, la pista seguita dalla Procura di Firenze, che ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di estorsione, e a carico di ignoti, non mi ha mai del tutto convinta. Ciò perché, per definizione, un sequestro di persona è a scopo di estorsione, dice l’articolo 630 C.p., quando è effettuato “allo scopo di conseguire, per sé o per altri, un ingiusto profitto come prezzo della liberazione”. Pertanto, questa tipologia di sequestro è sempre seguita da una richiesta di riscatto. Una richiesta mai arrivata in questi mesi.”

“Neppure si può ipotizzare che il profitto che i rapitori di Kata volevano ottenere era quello di assumere la gestione del racket degli affitti. Difatti, trattandosi di un rapimento connesso a questioni affittuarie, i rapitori hanno ottenuto un effetto collaterale devastante ed opposto all’obiettivo che teoricamente volevano raggiungere. Visto che, come era ampiamente preventivabile, l’ex hotel Astor è stato sgomberato ed il business interrotto. Dunque, per quali ragioni è stata rapita Kata? Semplice. La piccola è stata rapita, più che a scopo di estorsione, per vendetta nei confronti della sua famiglia, che era a capo proprio del business degli affitti. Una certezza, a mio modo di vedere, che non può essere più messa in discussione dopo l’arresto dello zio materno.”

Kata é stata rapita sicuramente da una persona che conosceva

Alla domanda: “Kata é stata rapita da una persona che conosceva?” gli avvocati hanno risposto “Kata è stata sicuramente rapita da una persona che abitava o frequentava abitualmente l’ex hotel Astor e che probabilmente aveva anche un volto familiare. Considerato che, quasi sicuramente, non ha opposto resistenza nell’allontanarsi in pieno giorno con chi ha approfittato della sua ingenuità.

In primo luogo, perché, proprio in considerazione del racket degli affitti, i controlli interni da parte delle comunità che vi abitavano erano serrati. Tutti monitoravano la situazione per ovvie ragioni. Sia per non rischiare di essere scoperti da parte delle autorità locali sia il mantenimento dei delicati equilibri tra fazioni interne allo stesso hotel. Inoltre, chi l’ha portata via, doveva necessariamente conoscere tutte le possibili vie di fuga, secondarie e non, per evitare di essere ripreso dalle telecamere di video sorveglianza.

L’arresto dello zio materno di Kata e dei suoi altri tre connazionali potrebbe dare un’accelerata alle indagini. Adesso, difatti, potrebbero essere maturi i tempi per parlare. In soldoni, non ci sono dubbi che ci siano persone che sanno, ma che finora non hanno parlato per paura delle conseguenze. Sicuramente qualcuno ha visto. Del resto, ma non è una novità, le ricerche sono iniziate dopo troppe ore dalla scomparsa. Erano le 15.45 di sabato 10 giugno quando la mamma di Kata è tornata a casa senza trovare sua figlia, ma ha allertato il 112 solamente alle 18.45 e sporto denuncia solamente alle 20.30. Dando un netto vantaggio a chi ha organizzato il rapimento.” (Fanpage)

 

 

 

 

 

 

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