Un cimitero di rifiuti: 100mq di discarica abusiva vicino al fiume Sarno

Un vero e proprio cimitero di rifiuti: scoperti 100mq di discarica abusiva vicino al fiume Sarno

Lavatrici, frigoriferi e altri elettrodomestici, un vero cimitero di rifiuti, 100mq di discarica a cielo aperto vicino al fiume Sarno. Da quanto riportato su Lo Strillone.tv tre i denunciati e un’area di oltre 400 mq sequestrata dai carabinieri nel corso di un’operazione insieme alla Forestale. La discarica a cielo aperto è stata trovata dai carabinieri precisamente in via Ripuaria a Castellammare di Stabia. Denunciato il proprietario di questa zona infestata di rifiuti. Denunciati anche l’amministratore ed il gestore di una società che avevano utilizzato un capannone di 300 metri quadrati nella stessa strada per il deposito di scarti di alluminio. I carabinieri insieme ai militari della Forestale, hanno sequestrato l’intera area di 400mq. L’operazione è scattata ieri 11 gennaio 2023. Ad aggravare lo scempio, l’assenza di un corretto deflusso delle acque nella rete fognaria con i rifiuti esposti alle intemperie. L’ennesimo colpo inflitto all’ambiente e alla nostra salute.

I danni alle persone e all’ambiente

Secondo quanto citato su greenreport.it le discariche a cielo aperto servono dai 3 ai 4 miliardi di persone, ed è qui che finisce il 40% dei rifiuti del mondo, con immensi danni alla salute umana e all’ambiente. Basti pensare che nel sud-est asiatico l’esposizione all’inquinamento provocato da queste discariche comporta un impatto negativo sulla speranza di vita maggiore rispetto a quello della malaria. Le conseguenze climatiche, spinte dalla crescita della popolazione e la diffusa urbanizzazione, porteranno le discariche a cielo aperto ad essere responsabili dell’8-10% delle emissioni di gas serra di origine antropica a livello mondiale entro il 2025.

La dichiarazione del Presidente dell’ISWA sulle discariche a cielo aperto

Antonis Mavropoulos Presidente dell’ISWA International solid waste association, un organizzazione non governativa con 45 stati membri e più di 40mila tra esperti e professionisti in tutto il mondo, impegnata nella promozione di una gestione sostenibile dei rifiuti e dell’economia circolare, ha dichiarato: “Le discariche a cielo aperto stanno diventando una emergenza sanitaria globale. Siamo ben consapevoli del fatto che la chiusura di una discarica non sia semplice. Richiede un sistema di gestione dei rifiuti alternativo, con un’adeguata pianificazione, capacità istituzionali e amministrative, risorse finanziarie, sostegno sociale e infine consenso politico. Tutte queste condizioni sono davvero difficili e talvolta impossibili soddisfare nei paesi in cui discariche sono il metodo dominante di smaltimento dei rifiuti e il livello di qualità della governance è discutibile”. Per questo l’Iswa ha redatto il suo rapporto, una road map contro l’emergenza sanitaria, cui si affiancherà un’alleanza mondiale per cercare di rendere operativo.

Il ruolo dell’Italia in questo percorso

Si spera che anche dall’Italia arriverà un contributo importante in questo percorso. Il Ministero dell’Ambiente ricorda che l’Italia è ancora sotto infrazione Ue per la presenza di 133 discariche abusive sul territorio nazionale, ingombrante presenza che ci impone il pagamento di una multa annuale da 55,6 milioni di euro. Anche le discariche legali rappresentano un’opzione abusata: lì finisce il 31% dei rifiuti urbani italiani, contro il meno dell’1% registrato da Germania, Svezia o Belgio. Come riportare equilibrio lo suggerisce sempre l’Iswa che ricorda come il problema riguardi «le persone, non i rifiuti». Il cuore del problema non potrà essere risolto agendo sul rifiuto, ma a monte: se ogni anno l’umanità estrae oltre 70 miliardi di tonnellate di risorse naturali è difficile poi stupirsi se i rifiuti aumentano.

 

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