San Gennaro Vesuviano: violentava la figlia disabile della compagna

violentava la figlia disabile

 A San Gennaro Vesuviano, un 26enne violentava la figlia disabile della compagna

A San Gennaro Vesuviano, un uomo di 26 anni violentava la figlia disabile della compagna, complice anche lei degli abusi. I carabinieri della stazione di San Gennaro Vesuviano nel napoletano, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dalla Sezione G.I.P./G.U.P. del Tribunale di Nola su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di una 40enne e un 26enne di San Gennaro Vesuviano, conviventi, indagati, a vario titolo, per maltrattamenti contro familiari o conviventi e violenza sessuale aggravata.

Dalle prime indagini é emerso che la minorenne disabile di 17 anni, avrebbe subito reiterate violenze e condotte vessatorie dalla madre e degli atti sessuali da parte del compagno della stessa, i quali sono stati sottoposti, nell’ordine, al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima e agli arresti domiciliari. (NapoliToday)

Il maltrattamento infantile e adolescenziali su Save The Children

Con maltrattamento infantile si comprende ogni forma di abuso e maltrattamento nei confronti di bambini/e e adolescenti. Si tratta di fenomeni complessi per le loro caratteristiche, che sono assai diverse a seconda dell’età della vittima, della tipologia e della gravità della violenza, del contesto in cui avviene e della relazione tra la vittima e l’autore della violenza.

La violenza sui minori è molto diffusa ma, al contempo, difficilmente rilevabile sia per meccanismi culturali di minimizzazione e negazione del fenomeno, sia perché si caratterizza per verificarsi prevalentemente all’interno della famiglia, col forte rischio di restare inespressa e invisibile, ampliando e cronicizzando i danni sul piano fisico e psicologico delle vittime.

Gli ultimi dati disponibili ci dicono che più del 90% degli abusi su minori avvengono tra le mura domestiche. La complessità del fenomeno rende molto difficile la sua rilevazione e emersione contribuendo a fare dell’abuso un vero e proprio “problema di salute pubblica” (WHO, 2006) per l’impatto sul benessere fisico, mentale e sociale delle vittime, sul loro sviluppo e, più in generale, sulla società anche in termini di spesa sociale e sanitaria.

La violenza su bambini/e e adolescenti può assumere diverse forme:

  • Maltrattamento fisicosi intende il ricorso alla violenza fisica come aggressioni, punizioni corporali o gravi attentati all’integrità fisica. “Questo include il colpire, percuotere, prendere a calci, scuotere, mordere, strangolare, scottare, bruciare, avvelenare, soffocare. Gran parte della violenza a danno di minori dentro le mura domestiche viene inflitta con lo scopo di punire”. (WHO, 2006)
  • Maltrattamento psicologico: si intende quel tipo di comunicazione e/o comportamento che si configurano come ripetute e continue pressioni psicologiche, ricatti affettivi, minacce, indifferenza, rifiuto, denigrazione in modo continuato e duraturo nel tempo.
  • Patologia delle cure (trascuratezza/negligenza): si riferisce all’inadeguatezza o all’insufficienza di cure rispetto ai bisogni fisici, psicologici, medici ed educativi propri della fase evolutiva del bambino/a o adolescente da parte di coloro che ne sono i legali responsabili. Include incuria (cure carenti), discuria (cure non in linea con la fase evolutiva e le necessità del minore) e ipercura (cure somministrate in eccesso).
  • Abuso sessuale: qualsiasi attività sessuale tra un adulto e un/una bambino/a che, per ragioni di immaturità psicologica e/o affettiva, o per condizioni di dipendenza dagli adulti (o in quanto ne subisce l’influenza), non è ritenuto in grado di poter compiere scelte consapevoli o di avere adeguata consapevolezza del significato e del valore delle attività sessuali in cui viene coinvolto.
  • Violenza assistitaè stata definita dal CISMAI come “il fare esperienza da parte del/la bambino/a di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulti e minori”.

Raramente un bambino/a è vittima di una sola forma di abuso, molto più frequentemente le forme di abusi e maltrattamento di cui i bambini/e e adolescenti sono vittime sono diverse e combinate fra loro.

Un fattore di protezione importante è l’esistenza di una comunità forte in grado di fungere da sentinella, di offrire opportunità e servizi in grado di lavorare sulla prevenzione, la promozione di stili di vita sani e capace di promuovere attività di sensibilizzazione e supporto alle famiglie. Occorre insomma una rete sociale coesa e coerente, una comunità di cura che ponga sempre maggiore attenzione alla condizione dell’infanzia. Per questa ragione da anni lavoriamo per promuovere sistemi di tutela nelle scuole, nelle comunità sportive e nelle comunità di cura in generale.

Con sistema di tutela si intende un insieme di procedure e buone pratiche condivise all’interno di una organizzazione/ente o da una rete di organizzazioni o comunità che hanno lo scopo di assicurare che queste stesse siano sicure e che i bambini/e con cui vengono in contatto siano sempre protetti e tutelati da maltrattamenti e abusi di cui potrebbero essere vittime da parte di persone adulte sia interne che esterne alle organizzazioni. Standard minimi di un sistema di tutela sono l’esistenza di una policy di tutela (Child Safeguarding Policy), l’esistenza di codici di comportamento chiari, che indichino cosa si può fare e cosa no, e l’esistenza di adeguate procedure di segnalazione che indichino cosa fare nel caso emerga un sospetto caso di abuso.

 

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