Napoli: maxi truffa all’ASL NA1, due infermieri rubavano tamponi per i loro clienti

Maxi truffa all’ASL NA1, incastrati due infermieri che rubavano tamponi per il loro giro d’affari

Nel periodo covid, due infermieri hanno organizzato una maxi truffa all’ASL NA1, rubavano tamponi per i loro clienti privati. Secondo quanto riportato su Cronache della Campania, i due incassavano 1000 euro per 25 test. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Napoli, gli impostori non solo hanno rubato i tamponi per alimentare il loro giro d’affari, ma anche materiale e sistemi di protezione. A smascherare i due infermieri, l’intercettazione telefonica della fidanzata di uno dei due fratelli gemelli di 32 anni indagati. “ah per i tuoi tamponi amò – dice la ragazza – allora: mille euro sono 25 tamponi. Mille e sei 40… tu ne hai fatto almeno 300… dai mi sono fatta la divisione proprio…va bé ciao ciao”. I due sono stati indagati per i reati di peculato, falso ideologico e truffa.

Praticavano tamponi molecolari a domicilio

Dalle conversazioni che sono state intercettate, i due pattuivano il prezzo con i clienti. Non solo organizzavano i loro incassi, ma convincevano a rinunciare ai tamponi dell’USCA (Unità Speciale di Continuità Assistenziale) dicendo che loro avrebbero fornito i risultati in tempi più brevi. Secondo quanto sta agli atti, i due praticavano tamponi molecolari a domicilio e anche in uno scantinato di Secondigliano. Il 4, 5 e 6 febbraio 2021, inoltre, uno dei due infermieri indagati, ha preso parte in qualità di docente a un convegno organizzato a Firenze pubblicato anche sui social. Non solo.

carabinieri del Nas hanno accertato la presenza di uno dei gemelli il 6 febbraio mentre mostrava delle slide. A scoprire la maxi truffa, sono state delle informazioni raccolte proprio attraverso il personale dell’ASL NA1 che gestiva la piattaforma sulla quale venivano registrati i sottoposti a tampone.

Come avveniva la truffa

Il periodo durante il quale gli illeciti sarebbero stati commessi va dall’ottobre al dicembre del 2020. In questo periodo, per arginare la pandemia, i dipendenti delle Asl venivano sottoposti a controlli quotidiani. Nel frattempo i due, rubavano tamponi e dispositivi di protezione individuale e quanto consentiva loro di effettuare i tamponi molecolari a domicilio.

Le richieste di registrazione dei tamponi sull’apposita piattaforma venivano giustificate dicendo che riguardavano i dipendenti del distretto sanitario di base 27 (quartieri Vomero-Arenella), dove gli infermieri prestavano servizio.

Inoltre gli esiti dei tamponi molecolari arrivavano ai “clienti” via cellulare. Ed è proprio sui cellulari dei due indagati che gli inquirenti avrebbero trovato la conferma della loro colpevolezza.

 

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