Casoria: muore monsignor Nunzio D’Elia il prete che amava i poveri

Lutto a Napoli e Casoria, muore monsignor Nunzio D’Elia il prete che amava i poveri

Lutto a Napoli e Casoria, muore monsignor Nunzio D’Elia il prete che amava i poveri, era uno stimato liturgista, le esequie alle ore 15:30. Don Nunzio aveva 78 anni e nella sua lunga missione durata 50 anni, non ha mai smesso di accudire i ‘suoi poveri’. La camera ardente è stata allestita presso la Chiesa del Sacro Cuore in piazza Pisa a Casoria ed é stata aperta alle 8:30 di questa mattina. Le esequie, invece, verranno celebrate, dopo il corteo funebre, nella basilica di San Mauro Abate alle ore 15,30. Don Nunzio D’Elia, ricordiamo, è stato Prelato della cappella del Tesoro di San Gennaro e direttore dell’istituto di Scienze religiore “Donnaregina”.

Chi era il sacerdote don Nunzio D’Elia

Nato a Casoria nel 1945, è stato ordinato sacerdote il 29 marzo 1972. È stato anche docente di teologia liturgica, nonché direttore dell’ Istituto Superiore di Scienze Religiose di Napoli, presidente del Tribunale Ecclesiastico Regionale della Campania, postulatore delle cause dei santi, in particolare quella di Giulia Salzano. Parroco per oltre vent’anni della comunità di San Paolo raccogliendo l’ eredità spirituale del suo predecessore Arcangelo Paone, prematuramente scomparso.

Il suo pensiero religioso

Sul giornale di Casoria si legge che in occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio, ci fu una Celebrazione solenne nella basilica di San Mauro a Casoria. La cerimonia fu presieduta da Sua Eccellenza monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, alla presenza di una folta rappresentanza del clero cittadino, tra cui il preposito della basilica teatro della cerimonia don Mauro Zurro, di rappresentanti dell’ Amministrazione Comunale e della Polizia Municipale cittadine, oltre ad una folla di fedeli che ha gremito la basilica.

Nella sua omelia, che è stata molto sentita e densa di contenuti, don Mimmo ha ringraziato Dio per il mistero della bellezza del sacerdozio ed ha invitato a pregare per la pace. L’ amore, ha affermato, è il centro della scelta del sacerdozio e della missione a cui chiama, amore che da’ il senso alle fatiche connesse a questo ministero, nello svolgere il quale bisogna mettere al centro non se’ stessi ma Cristo, come dovrebbe fare ogni credente in Lui, perché senza Dio non c’è vita, e se c’è non ha pienamente senso. Possiamo fidarci di Dio, ha proseguito, perché ci accompagna sempre, non ci fa mai sentire soli, è la forza della nostra vita, quindi dobbiamo riporre ogni fiducia in Lui e non nelle nostre capacità.

“Non si diventa preti una volta per tutte” sono state le sue parole “ma ogni giorno. Dio quotidianamente si dona a noi, che dobbiamo abbandonarci a Lui con umiltà. È Lui che ha scelto noi, non il contrario. E noi siamo chiamati a farci strumenti nelle Sue mani ed essere felici di appartenere a Lui”. La vita a volte è costellata di prove, solitudine, sofferenza, fatica, dolore. “ Anche in questi momenti” ha rassicurato “Dio ci é accanto, non siamo soli, dobbiamo continuare a fidarci.” E anche quando sembra che non sia possibile fare la Sua volontà, dobbiamo credere in lui senza aver paura, ed in Lui troviamo forza e sicurezza. “ Lasciamoci guidare dalla tenerezza di Dio, dal Suo sguardo, dalla Sua forza, che illumina e riempie la nostra vita se apriamo il cuore alla speranza che Egli ci dona largamente.”

Ha invitato a considerare la Chiesa come madre ed a vivere l’esistenza quotidiana come un ringraziamento a Dio, anche quando non tutto va per il verso giusto, anche di fronte alle fatiche, le contraddizioni, gli sbagli, la sofferenza propria e degli altri. “È bellissimo essere prete” ha esclamato, esprimendo gratitudine a Nunzio D’ Elia per quanto ha fatto per la Chiesa è la città di Casoria. “Abbiamo bisogno dì cristiani autentici” ha concluso la sua bellissima omelia “sovversivi, controcorrente per amore di Dio, che vivano il Vangelo ed abbiano sempre la forza di perdonare per poter godere del perdono di Dio.” Prima della conclusione del rito religioso proprio Nunzio D’ Elia ha preso la parola rendendo grazie a Dio per il dono del sacerdozio. “ Dobbiamo essere contenti di essere di Cristo” ha aggiunto poi, ringraziando tutti i presenti.

L’intenso messaggio di suor Rosa Lupoli, la suora tifosa del Monastero delle Cappuccine di Napoli

“Carissimo Don Nunzio D’Elia  finalmente potrai conoscere dal vivo tutti i santi e le sante che hai fatto beatificare e canonizzare! 
Senza di te la nostra madre Lorenza Longo non sarebbe mai diventata beata; senza la tua attenzione e la tua pazienza, una causa così vecchia non sarebbe mai stata riaperta per tutte le difficoltà ad essa connesse.

Ma tu ti sei affiancato al nostro desiderio di farla beata e non ti sei arreso anche  quando non si trovavano le carte nei meandri della congregazione. Tra queste due foto passano circa 20 anni. La prima è del 16 maggio 2005 quando   abbiamo chiuso l’inchiesta diocesana con l’allora Cardinale Michele Giordano, la prima tappa di un faticoso cammino tutto in salita.

La seconda è l’atto finale:  la beatificazione della madre Lorenza Longo avvenuta il 9  ottobre 2021 alla quale  non avevi voluto mancare nonostante le condizioni fisiche non proprio ottimali. In tutto questo cammino, di più di vent’anni, non hai mai preso un euro per il tuo lavoro, e quando faticosamente ti facevamo accettare un piccolo compenso, assolutamente inadeguato, ci dicevi che avresti pensato ai tuoi poveri.

Carissimo Don Nunzio è stato doloroso apprendere della tua partenza per il cielo, ma ringraziamo il Signore per averti avuto al  nostro fianco come sacerdote, come  amico esperto e prezioso, come estimatore della nostra vita e delle nostre opere. Resterai e nella nostra preghiera e nel nostro cuore fino  al prossimo incontro!”. Queste le significative parole di suor Rosa Lupoli.

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