Il mondiale in Qatar: un pallone sgonfiato

 

Il Mondiale in Qatar tra negligenze organizzative e delusioni calcistiche

Il mondiale in Qatar è ormai entrato nella sua fase più calda dopo che si sono conclusi tutti gli incontri dei gironi di qualificazione. È ancora presto per dare un giudizio definitivo ma forse questa manifestazione sarà ricordata come una delle più negative della sua storia. È stato il torneo dei diritti civili mancati e mancanti per colpa del paese che lo ha ospitato. Si narra di tanti operai sfruttati per la costruzione degli stadi con turni di lavori insopportabili. Vicenda che ha generato moltissime polemiche. Per non parlare poi delle formazioni partecipanti che hanno dovuto sottomettersi ai diktat degli organizzatori di turno. Ed è stato soprattutto un torneo partito male perché fatto per la prima volta in inverno, con la sospensione quindi dei maggiori tornei calcistici internazionali e proseguito anche peggio.

Non è concepibile organizzare un torneo così prestigioso in un periodo invernale arrecando danni e difficoltà a tutto il sistema calcistico mondiale.

Ma il Dio denaro, come sempre, ha avuto ragione. Ma focalizziamoci ora sull’aspetto tecnico del torneo nella sua prima fase. Per quanto concerne gli aspetti positivi, le sorprese maggiori si sono avute dalle squadre cosiddette di seconda fascia. Nazioni come Australia, Giappone, Marocco ma anche la Corea del sud hanno fatto intravedere un’organizzazione di squadra e un miglioramento tecnico tattico veramente notevole. Per quanto riguarda i singoli atleti grandi prove da parte del sempre eterno Leo Messi, che ha praticamente portato
da solo l’Argentina ai quarti. Decisamente in fase calante il suo antagonista di sempre Cristiano Ronaldo, autore di una sola rete, che ha fornito prestazioni di basso rilievo. Altro calciatore che ha brillato in questo mondiale è stato senza dubbio il coreano Son. Con la sua verve e le sue preziose giocate ha permesso alla propria nazionale di continuare il torneo.

Buono inoltre il percorso di alcune delle migliori formazioni europee presenti.

L’ Olanda, la Francia, la Spagna e l’Inghilterra hanno confermato la loro tradizione calcistica e il loro tasso tecnico qualitativo. Anche la Svizzera si è difesa bene raggiungendo gli ottavi di finale. Belle prestazioni anche di Senegal e Marocco migliorate molto sul piano tecnico e organizzativo. In grande evidenza anche l’Australia e il Giappone che hanno espresso un gioco corale e determinato.

Sul fronte delusioni sicuramente la più grande è stata quella dell’Uruguay.

Da una nazionale con una tradizione calcistica di così alto profilo
e un parco calciatori di altissimo livello ci si aspettava sinceramente molto di più. Si pensava che calciatori come Cavani, Suarez e Bentancur potessero da soli trascinare la squadra al secondo turno, ma così, purtroppo per loro, non è stato. Altro grande flop può essere considerata la Germania, che ha presentato una squadra molle e senza idee, quindi giustamente eliminata. Negativa anche la prova del Belgio, che aveva una squadra con molti calciatori esperti ma senza troppa dinamicità. Sottotono anche il Messico che non ha brillato nel proprio girone finendo come terzo. Concludendo bisogna ammettere che il mondiale in Qatar è stato un torneo con più ombre che luci, giocato in un periodo dell’anno assolutamente sbagliato e con un’organizzazione generale che ha mostrato molteplici lacune. Alla fine il fascino economico dei petrodollari non ha giovato per nulla al sistema calcistico internazionale…

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