Il ministro Schillaci verso l’abolizione dell’ultima restrizione: l’isolamento per i positivi

Cade l’ultima restrizione: l’isolamento per i positivi

A tre anni e mezzo dallo scoppio della pandemia, abolito  l’isolamento per i positivi. Il ministro della Salute Orazio Schillaci annuncia la caduta di una delle ultime restrizioni anti Covid, quella relativa all’isolamento dei positivi. La conferma è arrivata a margine dell’Assemblea di Farmindustria, in corso a Roma.

Adesso penso lo toglieremo ma penso sia, da tempo, ampiamente inapplicato“. Questa la dichiarazione del ministro della Salute.

A spingere per la rimozione completa delle, poche, norme ancora esistenti è intervenuta la Federazione turismo organizzato, con una lettera alla ministra del Turismo Daniela Santanchè e allo stesso Schillaci. (Secondo quanto  riportato da Il Sole 24 ore)

La norma, lo ricordiamo, prevede l’isolamento di 5 giorni per chi è positivo. I detrattori della restrizione sottolineano come sempre meno gente si sottoponga al tampone. E così è ormai praticamente impossibile controllare tutti i positivi. Ma la norma non riporta una data di scadenza e non c’è quindi un automatismo per la sua decadenza e dunque è ancora in vigore. Sulla questione si sono espressi alcuni esperti e virologi con pareri a tratti piuttosto contrastanti.

Stop all’isolamento dei positivi per Schillace, Gismondo: “Misura che oggi non ha più senso”

Intervenendo all’AdnKronos, il noto infettivologo Matteo Bassetti sottolinea che “non ha grande senso” continuare con le restrizioni anti Covid in vista delle imminenti vacanze estive.

“Il virus oggi è profondamente diverso. Se uno ha bisogno di ricevere l’assistenza va in ospedale e seguirà certe regole, ma se uno va in vacanza e in maniera sintomatica risulta positivo mi sembra assurdo continuare a mantenere questo tipo di regolamentazione. Anche perché siamo rimasti l’ultimo Paese in Europa.” Queste le dichiarazioni dell’infettivologo.

A far eco a Bassetti c’è Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. Anche la dottoressa, come Schillaci, mette in dubbio l’applicazione delle regole da parte dei cittadini:

“Non credo che nessuno più, allo starnuto o a qualche linea di febbre, faccia un tampone Covid e che nessuno più, se dovesse sapere di essere positivo al virus, faccia i 5 giorni di isolamento, come del resto non li fa per l’influenza.”

La misura dell’isolamento, chiarisce l’esperta, “oggi non ha più senso” da un punto di vista scientifico.

Più cauto l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, secondo cui “è giusto adeguare le misure di controllo ma è molto “sbagliato cercare di cancellare il covid dalla memoria collettiva”. “Il virus è ancora lì e ci sono persone che continuano ad infettarsi e morire per questo”.

Anche  Pregliasco si esprime in merito

Dal canto suo, il virologo Fabrizio Pregliasco ritiene giunto il “tempo di questa libertà”. Le sue dichiarazioni:

La speranza però, e non è una cosa facile, è che ci sia anche una responsabilizzazione, che chi non sta bene eviti di diffondere l’infezione”. Il luminare dell’università Statale di Milano invoca però il buonsenso dei turisti, sulla scia del comportamento dei cittadini orientali.

“Se sto male, se ho un’infezione, metto una mascherina per proteggere gli altri. Mi affiderei dunque a una grande responsabilizzazione, perché il virus è con noi e rimarrà con noi”.

Una soluzione alternativa per gli operatori turistici arriva da Mauro Minelli, immunologo clinico della Fondazione Medicina Personalizzata. Il dottore auspica “modalità intuitivamente semplici per compensare l’eventuale eliminazione delle restrizioni sociali”. Un’opzione potrebbe essere richiedere l’uso della mascherina Ffp2 per individui positivi che circolano in strutture pubbliche.

Il vero limite resta la mancanza di prudenza, non le limitazioni imposte che, se correttamente comprese e opportunamente adeguate ai tempi, possono sempre rivelarsi utili. Il fatto che l’informazione giornalistica non si occupi più di Covid e dintorni non significa che i rischi da contagio siano oggi da considerarsi inesistenti”.

Come sempre chi si occupa della nostra salute resta sempre cauto e sembra quasi voler preparare la popolazione al peggio . Quasi come se al peggio non ci sia mai fine….

Se è stato fatto tutto nel migliore dei modi, se queste regole hanno funzionato realmente, per quale motivo dovremmo pensare che questo virus è e resterà tra noi per sempre?

Vedremo il futuro cosa ci riserva. Ma, soprattutto aspettiamo di vedere cosa stanno pensando per noi e per tutelare la nostra salute, questi “luminari della scienza”.

 

 

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