Con il progetto “Azienda agricola Pompei”, il Parco Archeologico riprende vita

Parco Archeologico di Pompei Veduta dall'alto

Nasce nel parco archeologico il progetto “Azienda agricola Pompei”

Nasce nel luglio 2022 il progetto “Azienda agricola Pompei”nel parco archeologico più importante del sud Italia. Pompei diventa il capofila di un progetto che farà scuola per il recupero di aree abbandonate ed il controllo di luoghi soggetti a scavi clandestini.

E’ stato creato un “marchio Pompei” che le produzioni circostanti la città millenaria, potranno usare per i loro materiali agricoli.

Grazie al progetto ” Azienda agricola Pompei” 60 ettari di campi e spazi verdi dei tre siti archeologici di Pompei, Stabia e Boscoreale, saranno coltivati con vitigni piantati e curati con i metodi originari dei pompeiani. Altre coltivazioni simili saranno effettuate anche nel Polverificio borbonico di Scafati, dove nel 2021 fu trovata una grossa coltivazione di marijuana. Quindi questa occasione rappresenta anche un modo per impedire alle organizzazioni criminali locali di poter espandere i loro “affari sporchi” nei siti archeologici.

Da queste coltivazioni “nascerà” la vite che produrrà uva, lavorata e venduta in loco. ” Noi non abbiamo esperienza in proposito, per questo creeremo partership con aziende specializzate che se ne occuperanno”. Queste le parole del direttore  generale del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.

Vigneti presenti in alcune aree del Parco Archeologico di Pompei

Il progetto, infatti, prevede un  partner privato in grado di co-gestire i terreni destinati a vigneto e il ciclo produttivo del vino, secondo le tecniche dei produttori agricoli prima dell’eruzione del 79dC.

Oggi i visitatori dell’antica Pompei possono passeggiare tra riproduzioni delle coltivazioni ai piedi del Vesuvio: dai fiori ai frutteti. Gli ettari destinati alle coltivazioni si avvalgono di impianti di assoluta eccellenza e vengono gestiti secondo i dettami esclusivi della lotta biologica. Infatti sono presenti coltivazioni nella forma di allevamento a palo e alberello, sia spalliera che su terrazzamenti.

A completare il tutto un impianto di imbottigliamento e affinamento, fino alla vendita all’interno del Parco archeologico.

La natura aiuta il parco archeologico di Pompei

Zuchtriegel ha inoltre dichiarato:”Il sito culturale di Pompei non consiste solo di strade, botteghe e templi, ma anche di vaste aree verdi. Queste ultime ovviamente rappresentano un costo di manutenzione, ma adesso con il progetto “Azienda Agricola Pompei” sarà possibile fare manutenzione a costo zero e soprattutto crea un valore aggiunto per i turisti che potranno scoprire tutto il patrimonio locale.”

Una parte delle pecore utilizzate per la manutenzione del Parco Archeologico di Pompei

Per il sito di Pompei si è pensato infatti di reclutare 150 pecore per valorizzare tutto il sistema ecosistema green del posto. Si torna, quindi, alle radici in modo innovativo e sostenibile con la creazione di un eco-pascolo. Il progetto è iniziato a novembre 2022 e durerà nove mesi. In questo modo si sfrutterà la tecnologia “animale”, senza consumare energia elettrica, senza costi aggiuntivi ma, soprattutto senza inquinamento. Infatti , se si usassero i macchinari l’erba tagliata diventerebbe rifiuto dal smaltire, in questo caso invece diventa “risorsa” per le pecore.

“A volte l’innovazione più grande è il ritorno alle nostre radici. Così Pompei, attraverso il recupero della più antica ed efficiente tecnologia di tradizione, la “Natura”, affronta in maniera sostenibile la gestione e manutenzione degli spazi verdi del sito”: ha aggiunto Zuchtriegel.

Gabriel Zuchtriegel, direttore generale del Parco Archeologico di Pompei

Tutto ciò dimostra che per andare avanti bisogna tornare indietro e che dal passato si impara tutto ciò che è necessario per sopravvivere e per preservare l’ambiente e la natura. In questo caso la Natura ha “battuto” la tecnologia.

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