Trovato il covo di Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro (foto dal web)

Trovato il nascondiglio di Matteo Messina Denaro

L’ex latitante Matteo Messina Denaro, arrestato ieri a Palermo, è sempre rimasto in Sicilia. Il braccio destro di Salvatore Riina si nascondeva a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, paese natale del suo fedelissimo Giovanni Luppino, finito in manette insieme al boss nel corso del blitz di ieri alla clinica privata “La Maddalena”.

La perquisizione dei Carabinieri, coordinata dal Procuratore aggiunto Paolo Guido, è andata avanti per tutta la notte. Ancora non si sa cosa sia stato trovato all’interno dell’abitazione ma, secondo diversi pentiti, l’ex primula rossa possedeva documenti importanti sui segreti di Cosa Nostra.

Stamane, inoltre, sono giunti sul posto anche gli uomini dei Ris di Messina per ulteriori accertamenti nel covo dell’ex primula rossa.

Il covo del boss (foto Ansa)

Indagato il medico di base

Stando alle prime indiscrezioni, nel registro degli indagati è finito anche il medico di famiglia del sedicente Andrea Bonafede (così si faceva chiamare il boss), il Dott. Alfonso Tumbarello che è stato per anni il medico di famiglia del paese. Infatti, il professionista prescriveva le ricette mediche al vero Andrea Bonafede. Motivo che ha spinto i militari dell’Arma a perquisire non solo lo studio medico ma anche le abitazioni di Tre Fontane e Campobello.

La falsa carta d’identità

Proposto il 41 bis

Ieri pomeriggio, nella conferenza stampa tenutasi presso il Comando Legione Carabinieri “Sicilia” di Palermo, sono stati rivelati maggiori dettagli ai cronisti riguardo l’arresto.

E’ stato già proposto il carcere duro, il 41 bis per Matteo Messina Denaro. Al momento le condizioni sono compatibili con la detenzione in carcere. L’aspetto sanitario è stato rilevante, uno degli eventi che ti costringe ad uscire allo scoperto. Certamente non abbiamo trovato un uomo distrutto e in bassa fortuna“, ha affermato il Procuratore aggiunto Paolo Guido.

La latitanza di Matteo Messina Denaro si è svolta in varie parti del territorio nazionale, nell’ultima parte nelle province di Palermo e Trapani. Non lo abbiamo ancora interrogato, sono state raccolte solo due battute con la polizia giudiziaria“, ha dichiarato il Procuratore Capo di Palermo, Maurizio De Lucia, aggiungendo altresì che fino adesso il boss non ha né parlato né dato indicazioni.

“Il lavoro è stato caratterizzato da rapidità e riservatezza. Nel volgere di poche settimane abbiamo individuato la data di oggi in cui il ricercato si sarebbe sottoposto a degli accertamenti clinici e a delle terapie”, ha detto il Comandante dei Ros, Pasquale Angelosanto.

Non ha opposto alcuna resistenza. Indossava un orologio prestigioso del valore di circa 30-35 mila euro. E’ stato bloccato insieme al suo complice. Non ha finto di essere il soggetto la cui identità ha utilizzato, si è subito dichiarato”, ha asserito il Colonnello Lucio Arcidiacono.

Come sottolineato durante la conferenza stampa, l’ex primula rossa è stato aiutato da una fetta di borghesia mafiosa che ne ha favorito la latitanza. A tal proposito il Comandante provinciale dei Carabinieri di Trapani, Fabio Bottino, ha dichiarato: “Sono in corso e continueranno attività di approfondimento, perquisizioni a locali e abitazioni a soggetti indagati ed emersi in questo contesto che ha portato alla cattura del latitante“.

Il capo mafia traferito nel carcere aquilano

Tuttora non è stato reso noto la struttura penitenziaria in cui sarà ospitato il padrino, arrivato a Pescara nella notte. In queste ore si sta facendo strada l’ipotesi che il boss sconterà la sua detenzione nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila, città che ha un buon centro oncologico siccome Messina Denaro sta effettuando delle cure a causa di un tumore.

 

 

 

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