Napoli: 3 condannati per traffico di cuccioli dall’estero e maltrattamenti

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Napoli: 3 condannati per traffico di cuccioli dall’estero e maltrattamenti, un vero giro d’affari

A Napoli 3 condannati per traffico di cuccioli dall’estero e maltrattamenti, un vero giro d’affari, per la Lav “sentenza storica”. Uno dei processi più importanti per la Lav sul traffico di cuccioli per numero di persone coinvolte e per reati contestati, oltre che per il giro d’affari scoperto dagli inquirenti. La stessa Lav era presente alla sentenza , come parte civile: in aula, c’erano in rappresentanza Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia, con l’assistenza legale dell’avvocato Argia Di Donato del Foro di Napoli.

Condannate 3 persone e la società di uno di essi. Tra i reati: introduzione illecita in Italia di animali d’affezione, molti dei quali cuccioli, maltrattamenti, e in materia fiscale di evasione dell’Iva e dell’imposta sul reddito delle società. Per i tre è scattato anche l’obbligo del pagamento delle spese ed il risarcimento delle associazioni che si erano costituite parti civili. Uno dei tre imputati era già stato condannato a 5 mesi di reclusione e 3.500 di multa per aver introdotto 272 cuccioli dall’Ungheria: sentenza diventata definitiva dopo la Cassazione già il 14 maggio 2019.

Il commento di Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia

“Questo processo è l’ennesima conferma di come la tratta dei cuccioli rappresenti un giro d’affari tutt’altro che trascurabile e susciti sempre di più gli appetiti di gruppi organizzati. L’azione di contrasto deve orientarsi verso l’adozione di metodologie investigative tipiche di quelle usate per contrastare la criminalità organizzata e i reati economici e finanziari, perché si tratta di uno dei business zoomafiosi più redditizi che coinvolge migliaia di animali ogni anno e che vede attive anche vere e proprie organizzazioni transazionali”. Questo il commento di Ciro Troiano responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav. (Fanpage)

Sul sito Lav si legge:

Viaggiano soprattutto di notte, spesso con passaporti falsi o falsificati, nascosti nei bagagliai di autovetture, in furgoni o TIR, mimetizzati all’interno di insospettabili borsoni, in treno, in aereo. Arrivano così i cuccioli importati illegalmente in Italia, dopo un viaggio che può durare anche oltre 12 ore.

Nel nostro Paese messi venduti in allevamenti e negozi, furtivamente presso i caselli autostradali e sempre più frequentemente su internet.Il traffico dei cuccioli è un vero e proprio business che movimenta circa 300 milioni di euro all’anno, legato al valore economico degli animali. Cuccioli dell’Est acquistati a circa 60 euro sono venduti a prezzi anche fino a 20 volte superiori, una volta “trasformata” la loro origine da Est europea a italiana.

Ciò compensa ampiamente anche le perdite dovute all’alta mortalità dei cuccioli: si stima che sia intorno al 50% tra il trasporto e dopo l’arrivo in Italia. I cuccioli nascono in allevamenti a conduzione familiare o in vere “fabbriche di cuccioli”, strutture che ospitano decine o centinaia di fattrici per la riproduzione, stabulate in box piccolissimi con cibo solo per sopravvivere. In età tenerissima 30–40 giorni, i piccoli sono caricati su camion o furgoni e trasportati nel nostro Paese.

 

 

 

 

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