Licola: “Esserci nel quartiere” progetto per i giovani a rischio

Licola: “Esserci nel quartiere” il grande progetto per i giovani a rischio, formazione e lavoro

A Licola ha preso vita “Esserci nel quartiere” il grande progetto per i giovani a rischio con formazione e lavoro. Vi hanno partecipato 40 ragazzi e ragazze in età compresa tra i 14 e i 25 anni a grave rischio di esclusione sociale, criminalità e devianza. A conclusione del percorso a Licola, presso il Sohara Luxury club i giovani hanno potuto dimostrare le competenze acquisite ed hanno ricevuto gli attestati formativi.

Il percorso formativo di inclusione sociale per ragazzi a rischio è stato realizzato in partnership tra E.I.T.D. s.r.l., Orsa Maggiore cooperativa sociale e la Cooperativa sociale Marcellino Champagnat- Impresa sociale O.N.L.U.S. ha dato la possibilità concreta ai giovani di apprendere competenze spendibili nel mercato del lavoro.

L’intervento, finanziato dal progetto PON Città Metropolitana di Napoli, è finalizzato, quindi, a favorire l’inclusione sociale e la diffusione della legalità è partito lo scorso mese di dicembre.

Sono intervenuti:

  • Nicola Pirozzi – Sindaco di Giugliano
  • Roberto Sanseverino – Presidente e.i.t.d e direttore del progetto esserci nel quartiere
  • Massimo del Vasto – Direzione Pianificazione Strategica e Politiche Comunitarie città metropolitana napoli
  • Patrizia Flammia – Responsabile operativo progetto Esserci nel quartiere

Il discorso del sindaco di Giugliano Nicola Pirozzi

Un’iniziativa molto importante, abbiamo intercettato dei Fondi di Città Metropolitana, li ho seguiti all’epoca quando ero consigliere metropolitano” –  ha spiegato il sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi – “Oggi da  sindaco ho voluto dare piena attuazione al progetto. Esserci nel quartiere è molto importante per la formazione del nostro territorio che vive una situazione di grande disagio, con tanti ragazzi ai margini della società. Protagonisti sono 40 giovani che si formano studiando, make up, barman e informatici, progetti importanti che tendono a dare possibilità ai giovani del nostro territorio. Esserci nel quartiere dimostra che i servizi sociali devono tendere a formare e non a dare solo assistenzialismo. La speranza, dunque, non deve mai mancare.”

L’intervento del direttore del progetto Roberto Sanseverino

“Questo è un progetto che sposa l’inclusione sociale con l’inclusione lavorativa. Noi abbiamo avuto quaranta  ragazzi con esperienze difficili alle spalle ai quali abbiamo offerto la possibilità di imparare un mestiereche sia spendibile sul mercato del lavoro”- spiega Roberto Sanseverino direttore del progetto Esserci nel quartiere – “Con loro abbiamo avviato anche dei tirocini di inclusione lavorativa.  Si tratta di ragazzi difficili, ma noi sposiamo il principio dell’equità. Ognuno deve avere la propria possibilità a seconda delle proprie caratteristiche, questo, purtroppo, non si riesce a offrire a questi ragazzi. Il principio dell’equità è il principio risolutore delle problematiche del disagio giovanile”.

L’esperienza raccontata dai giovani

“E’ stata un’esperienza molto formativa quella di informatica che ho seguito in questo progetto”. –  spiega Raffaella Grande del corso di informatica di Esserci nel quartiere – “Sono competenze che ho acquisito in più, non so come le sfrutterò in futuro, ma sono certo che questo percorso mi servirà molto, sono contenta soprattuttto per il lavoro svolto dal tutor che mi ha seguito davvero molto. Consiglio a tutti i ragazzi come me perché mettersi alla prova e fare cose nuove serve ad orientarsi per il futuro. Siamo giovani e c’è tanto da fare”.

Sabatino Redoan, un giovane da un passato molto difficile: “Non mi aspettavo che questo percorso sarebbe stato così bello e importante. Ho iniziato questo percorso dopo un errore. Sono stato in comunità e quando sono uscito sono stato messo alla prova, ho conosciuto un tutor del progetto Esserci nel quartiere e da lì è iniziato il mio cammino. Ho fatto un corso di pescheria e ho deciso di prendere questo attestato. In verità mi è piaciuto subito molto studiare in questo modo. Così ho iniziato e ho visto cambiamenti continui nel mio carattere e nel mio modo di essere. Auguro a tutti di evitare di sbagliare prima di tutto ma, se si commette un errore, spero per loro che questa strada che ho preso io possa essere percorsa anche da loro, perché c’è un rimedio a tutto”.

I 40 ragazzi, molti dei quali con storie difficili e ospitati in case alloggio sono stati individuati tramite le segnalazioni di scuole e assistenti sociali del territorio di Giugliano.

Tra i mesi di marzo e maggio sono stati svolti dei colloqui di orientamento approfonditi con i ragazzi selezionati, che hanno permesso la costruzione dell’offerta di servizi educativi, suddivisi in tre macro-aree:

  1. attività formative (corsi per le competenze digitali, operatore del servizio bar e truccatore dello spettacolo);
  2. attività di orientamento al lavoro e tirocini;
  3. attività di accompagnamento e inserimento alle diverse opportunità aggregative, di socialità, sportive. (NapoliToday)

 

 

 

 

 

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