“Il caldo c’è sempre stato” o “E’ il cambiamento climatico”?

“Il caldo c’è sempre stato” o “E’ il cambiamento climatico” le due tesi a confronto, qual’ è la verità?

Molti dicono “Il caldo forte c’è sempre stato” altri “E’ causa del cambiamento climatico” scopriamo la verità. La verità è che questi fenomeni avversi che si alternano in più parti del mondo, aumenteranno sempre di più. Ne parla il climatologo Giulio Betti su Fanpage. “A causa del cambiamento climatico le ondate di calore ed altri eventi estremi in futuro saranno sempre più frequenti; bisogna fare in modo che la situazione non precipiti sempre di più, e per farlo occorrono politiche di mitigazione delle emissioni di gas climalteranti. Altrimenti il clima peggiorerà a una velocità tale che non riusciremo mai ad adattarci”.

L’Italia divisa in due, il sud avvolto da temperature infernali, il nord in un mare di tempeste

Questo mese di luglio l’Italia è stata spaccata in due, il meridione avvolto da temperature infernali, il settentrione invaso da tempeste e nubifragi che hanno messo in ginocchio le città. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio si è abbattuto su Milano un nubifragio allagando strade e sradicando alberi. Il maltempo, però, ha interessato anche il resto della Lombardia e causato anche due vittime: una donna di 58 anni a Lissone, in Brianza, e una ragazza di 16 anni a Corteno Golgi, in provincia di Brescia. Entrambe sono state uccise da alberi divelti dalla violenza del vento. A Venezia “sono caduti chicchi di grandine grossi come mele”, come ha affermato il presidente della Regione Luca Zaia e in generale gran parte del nord Italia è stato interessato da precipitazioni eccezionali e grandinate che hanno provocato danni alle auto e soprattutto all’agricoltura.

Intanto il sud ha dovuto combattere contro temperature record fino a picchi di 50 gradi, condizioni a cui il nostro fisico non è abituato, causando morti e ospedali ridotti al collasso per i troppi ricoveri. Molti ancora negano il fenomeno del cambiamento climatico ma purtroppo è una realtà. Questi eventi estremi diventeranno nel prossimo futuro, la normalità, pertanto è bene che vengano prese misure precauzionali e politiche di mitigazione e adattamento.

Il parere di Giulio Betti, meteorologo e climatologo

A chiarirci le idee Giulio Betti meteorologo e climatologo presso il Consorzio LaMMA (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale) e l’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze, nonché socio AMPRO (Associazione Meteo Professionisti).

“L’Italia settentrionale si è trovata per tutta la durata di questa ondata di calore – ben 17 giorni – nella zona di confine tra masse d’aria umida e relativamente fresca che transitavano sull’Europa centrale e una massa d’aria secca e molto calda in quota e al suolo di origine sub-tropicale/desertica. Essendo il nostro Paese collocato sul margine tra queste due masse d’aria, e con la presenza delle Alpi, che rappresentano un trampolino d’innesco dei temporali, purtroppo per svariati giorni abbiamo assistito a temporali rovinosi. In un primo momento si sono verificati sull’arco alpino; poi, mano a mano che il flusso perturbato atlantico si è abbassato, anche la Valpadana è stata duramente colpita. Questo territorio infatti funge da “collettore” di aria calda e qui si sono create le condizioni per temporali molto forti e grandinigeni.”

“Questi eventi saranno sempre più frequenti in futuro perché l’atmosfera tende a scaldarsi sempre più e ad incamerare nuova energia. Aumenterà la concentrazione di vapore acqueo, che cresce del 7% ad ogni grado in più di temperatura. Laddove si creeranno le condizioni questo surplus di energia e vapore darà luogo a temporali e precipitazioni molto intense. La spiegazione, in parole povere, è questa.”

“Gli eventi estremi non sono costituiti solo dalle piogge o dalla grandine ma anche dalle ondate di calore e dai picchi termici: tali fenomeni dovrebbero avere tempi di ritorno molto ampi, invece iniziamo ad osservarli sempre più spesso. Tanto per fare un esempio lunedì 24 luglio, in Italia sono ufficialmente caduti sette record storici assoluti di temperatura massima mai osservata. Oltre al nuovo record di temperatura in Europa di luglio (48.2 °C in Sardegna, Jerzu) sono stati registrati i record di Palermo Osservatorio 47 °C (precedente 44,6 °C); Decimomannu: 46.8 °C; Ustica: 43 °C; Cagliari: 44,6 °C; Olbia: 47,4 °C; Capo San Lorenzo: 47 °C; Capo Bellavista: 45 °C.”

Chi dice che questi fenomeni ci sono sempre stati, chi invece è convinto del cambiamento climatico, qual è la verità?

“Qualcuno finge di non sapere che la temperatura media delle estati europee ed italiane dal 1980 ad oggi è aumentata di oltre due gradi” spiega Betti. “Dal punto di vista climatologico si tratta di un’enormità, di un aumento clamoroso in appena 40 anni. Questa crescita delle temperature è uno degli effetti del cambiamento climatico ed è dovuta all’aumento della frequenza e delle intensità delle ondate di calore. Un tempo questi fenomeni erano molto più rari e venivano compensati da fasi fresche e gradevoli. Ora non più.”

Come sarà il mese di agosto secondo il climatologo e che tipo di estate 2024 avremo

“A partire da oggi 26 luglio, il caldo eccezionale finirà anche al sud; i primi di agosto farà caldo, le temperature saranno comunque superiori alle medie del periodo, ma la situazione sarà molto più gestibile di quella attuale. Fino al 3/4 agosto, quindi, sembra scongiurata una nuova ondata di calore intensa come quella degli ultimi 17 giorni.”

“Nel 2024 non è detto che El Niño colpirà proprio il Mediterraneo: si tratta di un fenomeno globale che invece porterà gravi problemi soprattutto in Australia, sulle coste dell’America Latina e in India, e che contribuirà probabilmente a un nuovo record delle temperature globali. Non è detto però che gli effetti di El Niño interesseranno direttamente anche l’Italia. Tuttavia questo eccesso di calore e le temperature molto elevate dell’Atlantico e del Mediterraneo potrebbero portare quest’autunno e inverno a due estremi: o fasi anticicloniche durature (nuova pesante siccità) o a precipitazioni estremamente abbondanti. La speranza è che ci sia una via di mezzo tra queste condizioni, però è realistico che si vada invece incontro a situazioni preoccupanti. Ripeto: il calore eccezionale dovuto al Niño e le anomalie termiche elevate nell’Atlantico e nel Mediterraneo avranno conseguenze delle quali faremmo volentieri a meno.” (Fanpage)

 

 

 

 

 

 

 

 

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