È morto Peppino Gagliardi, famoso cantante e fine poeta. Fu apprezzato anche dagli Abba

È morto Peppino Gagliardi, cantante, autore e musicista. Aveva da poco compiuto 83 anni

Poche ore fa, ad 83 anni, è morto Peppino Gagliardi, poliedrico artista napoletano autore di famosi brani tra i quali spicca la splendida “settembre ”. A dare la notizia sul profilo social del cantante è stato il figlio Massimiliano attraverso il post che riportiamo qui di seguito:
“Vorremmo ringraziare tutti gli amici di nostro padre, che siete voi. Papà vi ha amato tantissimo ed ha passato tutti i suoi giorni su questo computer per rimanere in contatto con tutti i suoi fans, che per lui erano come una famiglia. Oggi è volato lontano, con quei suoi occhi un po’ stanchi. Vogliamo regalare questi versi scritti di suo pugno e trovati nel suo quaderno degli appunti,
sicuri che li avrebbe condivisi con tutti voi… prima o poi.” 

Ciao Papa’

Massimiliano, Davide e Lucia

Gli ultimi versi scritti da Peppino Gagliardi

Artefice di una carriera brillante ricca di importanti collaborazioni

Sono soprattutto l’immediatezza e la raffinatezza interpretativa del musicista che fanno la differenza, ma anche il suo rispetto per la musica prodotta e ben suonata, ed è per questo che è sempre affiancato nelle incisioni da grandi strumentisti e musicisti, basti citare alcuni nomi: Maurizio e Guido De Angelis, Pino Rucher, Cicco Ciro, Tullio De Piscopo, Stelvio Cipriani e il futuro premio Oscar Bill Conti.

Numerosi gli attestati di stima anche da parte di artisti di spessore internazionale

Persino il famoso gruppo degliABBA, ha evidenziato le sue qualità artistiche. Infatti gli autori del famoso brano “mamma mia”, attraverso le parole di Benny Andersson, hanno citato Peppino Gagliardi in una intervista alla rivista italiana Panorama (n. 28 di luglio 2010). Nello specifico, Anderson, ha dichiarato che gli Abba si sono ispirati anche alla musica melodica italiana fine anni sessanta e inizi anni settanta tra i cui interpreti, spicca proprio, il “nostro” Peppino. Nel corso di molte interviste, inoltre, anche la pop starAlvaro Solerha menzionato più volte Peppino Gagliardi, quale uno dei cantanti ed autori italiani preferiti.

Nello stesso periodo il musicista si dedica a musicare poesie inedite dei più importanti poeti napoletani passati e contemporanei: Nicolardi, Di Giacomo, Murolo senior, E.A. Mario e altri.

( fonte Wikipedia)

Peppino Gagliardi da giovane ( foto by Facebook)

Tanti i commenti di affetto e stima per Peppino Gagliardi

appena è diventata pubblica la notizia della morte dell’artista, subito si sono letti centinaia di post di cordoglio. Il profilo social del “maestro”( così lo chiamavano i suoi follower) subito è stato inondato di messaggi da parte degli innumerevoli fan. Tra le tante dimostrazioni di affetto riportiamo, qui di seguito, l’emozionante ricordo dell’architetto Guido Nicolardi, nipote sia di Eduardo Nicolardi che E.A. Mario ai quali l’artista si è spesso ispirato, e storico amico di famiglia si Peppino Gagliardi

“Caro Peppino,
siamo in molti, stasera, a chiederci che vuole questa musica? La tua la porterò dentro, nel più profondo della mia anima, per sempre. Quel fantastico 1974, quando tu Artista affermato ed io ragazzino, al seguito di papà, trascorrevamo serate indimenticabili, che a volte duravano fino all’alba, nella tua casa di via Orazio, restano incise nei miei ricordi. Preparavi l’album “Quanno figlieto chiagne e vo’ cantà , cerca int’a sacca… e dalle ‘a libbertà”, nel quale musicasti, tra gli altri, una poesia di nonno Edoardo ed una di nonno Mario, “Addò vaje chi sape niente” e “Comm’aggi’a fá?”.
Per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare nessun altro momento, in tutta la mia vita, nel quale mi sia sentito tanto coinvolto nell’opera di creazione di un Artista vero, sensibile, profondo sincero – come le serate che auguravi ai tuoi amici di Fb –
Venivi ad aprirmi la porta e mi salutavi: <<Guidù, vieni vieni…papà sta già qua>> E poi: <<siente cca!>>. Ti sedevi al piano nel salotto e ci facevi ascoltare i progressi della tua composizione. Ti fermavi ogni tanto e mi guardavi: << Che te pare?>>. Era sempre tutto bellissimo!
Averti ritrovato qui, dopo averti sentito al telefono un paio di volte negli anni novanta, mi diede un piacere enorme. E te lo scrissi subito.
Enorme come il dolore che provo oggi, caro Peppino.
In questi anni, hai condiviso e partecipato sempre alle mie cose.
Ci siamo scritti in privato tante volte, pur non vedendoci, per motivi legati alle nostre rispettive lontane residenze. E saperti sempre in linea con i miei pensieri, oltre che spessissimo con le mie passioni, come accadeva con le belle auto, mi ha dato forza e coraggio, anche in momenti bui.
Gli stessi forza e coraggio che dovrò affrontare ora che non ci sei più. Un altro pezzo della mia vita se ne viene via con te.
Ti abbraccio con l’affetto e l’ammirazione di sempre e mi stringo ai tuoi amatissimi figli e familiari tutti.”

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