Alla scoperta dei luoghi nascosti e meravigliosi di Napoli : la Chiesa del Carmine

Facciata Chiesa del Carmine Napoli

Scopriamo un  altro luogo nascosto e meraviglioso a Napoli: la Chiesa del Carmine

Un altro luogo nascosto e meraviglioso da Scoprire a Napoli è la Chiesa del Carmine.  Essa si trova in Piazza Mercato, una piazza molto importante a Napoli dove un tempo si consumavano anche le esecuzioni pubbliche come quella nota di Corradino di Svevia. Piazza Mercato si trova alla fine del Corso Garibaldi a partire dalla stazione centrale, Piazza Garibaldi, proprio di fronte al porto.

E’ una piazza molto grande. Misura circa 28000 metri quadri e si estende dalla Chiesa della Madonna del Carmine fino a quella di Sant Eligio Maggiore che la delimita dal lato opposto con al centro la fontana dei Delfini. Grazie a questa chiesa a Napoli, molte persone che si chiamano Carmine, spesso si fanno chiamare Bruno che è come se fosse un nome acquisito e festeggiano comunque l’onomastico il giorno della Madonna del Carmine.

La Madonna della Chiesa del Carmine

La Madonna del Carmine è una delle Madonne nere in Italia ed è chiamata anche la Madonna Bruna. Si tratta di una delle madonne più venerate a Napoli .

Una delle espressioni tipiche del dialetto napoletano per esprimere stupore è infatti “Mamma d’o Carmene!”. Come pure una delle preghiere che pronunciano i napoletani nei momenti di difficoltà è “Mamma d’o Carmene aiutame tu”.

Un altro soprannome della Madonna è ” la Mamma Schiavona”. Essa è molto venerata e ne sono testimonianza i tantissimi ex voto che sono custoditi nella Chiesa del Carmine Maggiore a Napoli.

La festa della Madonna del Carmine si tiene il 16 Luglio. La celebrazione vede ogni anno la partecipazione di migliaia di persone tra fedeli e non. Dopo i caratteristici rituali religiosi si assiste al suggestivo incendio del campanile della basilica del Carmine Maggiore. Un rito antico, da sempre accompagnato ancora oggi dal suono caratteristico delle tammorre. Si tratta di uno degli strumenti più rinomati della tradizione musicale partenopea. Infatti gli è stata abbinata a settembre anche la Notte della Tammorra.

La festa è l’unica festa religiosa che viene finanziata unicamente con le offerte dei fedeli e si svolge con luminarie che arrivano fino a Porta Capuana. A bordo di barche si avvicinano alla costa per ammirare l’incendio o campanaro. E’ una festa che si fa almeno dai tempi di Masaniello. Per tre giorni la città veniva illuminata dal fuoco del campanile di Fra Nuvolo.

Come nasce la festa della Madonna del Carmine

Masaniello, soprannome di Tommaso Aiello, era proprio nativo del posto ed abitava in Vico Rotto al mercato, proprio alle spalle della piazza dove faceva il garzone di pescivendolo. Fu proprio durante i preparativi della festa che Masaniello fece scoppiare la sua famosa rivolta del 1799 che diede origine alla rivoluzione partenopea. L’incendio sembrava simulare il rituale di un antico attacco dei saraceni ai fortini di Partenope. La Madonna  interveniva a domare l’incendio.

Madonna del Carmine, Chiesa del Carmine Napoli

Un tempo la rappresentazione dell’incendio veniva fatta in mezzo alla piazza ma poi fu trasferita sul campanile. Come forma di riconoscimento i fedeli una volta domato l’incendio al campanile, spalancano le porte. Poi entrano tutti in chiesa e si recano a baciare l’immagine votiva della Madonna posta dietro all’altare.

Qualcuno dice che questa effige sia da attribuire alla mano di San Luca. Poi, successivamente, è stata datata di epoca medioevale ad opera di un artista fiorentino.

La storia della Chiesa

Il campanile di piperno, il più alto di Napoli, è alto 75 metri e viene soprannominato così perché fu costruito da Fra Nuvolo nel 1622. La presenza della Chiesa del Carmine viene fatta risalire all’arrivo in Piazza del Moricino, come un tempo si chiamava Piazza Mercato, di un gruppo di eremiti provenienti dal Monte Carmelo in Palestina. Essi  portarono con se un effige della Madonna Bruna che è ancora conservata dietro l’altare.

I frati infatti fondarono una piccola chiesa in piazza che dedicarono appunto alla Beata Vergine del Carmelo. Col tempo poi anche grazie alla chiesetta la piazza divenne un luogo di scambio commerciale. Divenne, infatti, il Foro Magno, il mercato principale della città di Napoli.

Per proteggere la zona il re Carlo d’Angiò fece allungare le mura della città (visibili ancora nella zona adiacente alla piazza, anche denominata ‘Ncopp‘ ‘e mura). Egli fece costruire una nuova porta inizialmente chiamata Porta Nuova, ma che poi i napoletani ribattezzarono Porta del Carmine.

Le leggende tra le mura Aragomìnesi

A ridosso delle antiche mura aragonesi corre ancora oggi il caratteristico Vico Soprammuro. Qui c’è il principale mercato ittico napoletano frequentato molto alla vigilia di Natale: il mercato del pesce di Porta Nolana. Lungo la strada ci sono tantissime e fornitissime pescherie, un posto davvero caratteristico.

La leggenda narra che mercoledì 24 giugno 1500 avvenne un miracolo all’interno della Chiesa del Carmine Maggiore. Si narra che in chiesa entrò un raggio di sole e colpì prima l’immagine della Bruna e poi i fedeli e ci fu la guarigione di tantissimi ammalati. La cosa ebbe tanto risalto che da allora furono istituiti i cosiddetti mercoledì del Carmine con una celebrazione eucaristica che si tiene alle ore 10 del mattino. In particolare il primo mercoledì del mese che è dedicato ai malati con una messa solenne.

Questa tradizione si diffuse in tutte le chiese del Carmine del Regno di Napoli e non solo. Ancora oggi è praticata anche nella Chiesa del Carmine Maggiore di Palermo i cui frati carmelitani venerano la Madonna dellUdienza. Altro esempio è il Santuario e l’Arciconfraternita di Maria Santissima del Carmine di Salerno.

Il crocifisso dei miracoli

In tempi antichi c’era un’altra tradizione nella Chiesa del Carmine Maggiore a Napoli. Poi col tempo è stata abbandonata: lo svelamento del Crocifisso. Questo crocifisso nel 1439 fece un miracolo importantissimo.

Il Crocifisso dei miracoli
Chiesa del Carmine Napoli

Napoli era regnata da Renato d’Angiò e giunse Alfonso d’Aragona per tentare di conquistare la città. Sparò un colpo di cannone verso il Carmine, che allora era una fortezza, e questo colpo avrebbe dovuto colpire proprio questo crocifisso che si trovava sulla sua traettoria. Per miracolo questo crocifisso abbassò il capo schivando il colpo di bombarda.

Alfonso d’Aragona si spaventò molto per questo fatto ed ordinò di non sparare più verso il Carmine. In quel momento desistette dall’attacco. Poi quando anni dopo riuscì a conquistarla, entrando nel Carmine, volle che il crocifisso fosse spostato al lato opposto della chiesa col volto rivolto verso la città. Fu deciso che questo crocifisso fosse sempre coperto e fosse reso visibile alla città solo nel periodo dal 26 dicembre al 2 gennaio.

Lo svelamento straordinario del crocifisso miracoloso in passato è stato effettuato solo nei periodi di calamità, come la peste del 1656 e il terremoto del 1688.

La cerimonia dello svelamento del crocifisso del Carmine, un rituale del seicento, viene svolta con l’esecuzione di un mottetto pastorale di Gaetano Veneziano, all’epoca Maestro di Cappella del Carmine Maggiore, partitura conservata presso il Convento dei Girolomini ed eseguito con strumenti originali dell’epoca.

C’era un corteo storico presieduto dal viceré di Napoli accompagnato da tutti gli aristocratici che rappresentavano il parlamento dell’epoca, i Sedili di Napoli che entravano all’interno della Basilica fermandosi sotto l’immagine del crocifisso in attesa dello svelamento. La cerimonia si concludeva con la rimozione del drappo rosso che ricopre il crocifisso.

Il 16 luglio: lo scapolare del Carmine

La Madonna del Carmine si festeggia il 16 luglio perché in quel giorno del 1251 la madonna consegnò a San Simone Stock, il priore dell’ordine carmelitano, uno scapolare di stoffa dicendogli che il suo culto per coloro che l’avrebbero indossato sarebbe stata la liberazione dalle anime del purgatorio.

Riscopriamo questi luoghi ricchi di storia, leggende e arte. Solo cosi resterà nella nostra memoria un ricordo indelebile di una parte meravigliosa della città partenopea.

 

 

 

 

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