L’associazione “L’Altritalia Ambiente“ organizza a Pompei, il 17 aprile, un convegno per la promozione delle Comunità Energetiche. L’intento è quello di diffondere appunto, le Comunità Energetiche sul territorio.
Per conoscere meglio i vantaggi, gli aspetti tecnici e normativi di queste realtà, ha invitato alcuni esperti del settore con l’intento di rendere un servizio a tutti i cittadini sensibili al tema del cambiamento climatico e interessati ad arginare gli effetti del rincaro dei combustibili fossili.
Il convegno si svolgerà lunedì 17 aprile, presso l’aula consiliare del comune di Pompei.
Interverranno l’Arch. Federico, presidente onorario dell’associazione “L’Altritalia Ambiente”; l’on. A. Santillo, ingegnere e componente della commissione ambiente della Camera dei deputati; l’avv. G. Altieri, esperto di diritto ambientale; l’ing. V. Cirillo, esperto di comunità energetiche; il sig. L. Eucalipto, esperto di efficientamento energetico e l’ing. G. D’Amato, urbanista ed esperto del territorio.
Alla presenza del sindaco di Pompei, C. Lo Sapio, modererà gli interventi, il prof. A. Di Prisco, da sempre attivo sul tema dell’ambiente.
Sul sito ENEL si legge che una Comunità Energetica è un’associazione che produce e condivide energia rinnovabile, per generare e gestire in autonomia energia verde a costi vantaggiosi, riducendo nettamente le emissioni di CO2 e lo spreco energetico. Ne possono far parte semplici cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, etc.
I membri della Comunità possono essere persone fisiche o giuridiche e più in generale qualsiasi soggetto pubblico o privato che vuole realizzare una Comunità Energetica Rinnovabile. Per esempio, anche semplici persone che abitano nello stesso quartiere e che desiderano promuovere lo sviluppo di una CER possono farlo.
Quali sono i passi da seguire? Prima di tutto, bisogna individuare l’area dove si intende installare l’impianto di produzione, che deve essere in prossimità dei consumatori. In linea di massima, i terreni industriali in disuso sono particolarmente indicati: sono infatti sufficientemente grandi per ospitare il futuro impianto rinnovabile e in genere rispettano i requisiti di dimensione, collocazione e destinazione prescritti dalla normativa.
La condivisione dell’energia elettrica prodotta deve avvenire utilizzando la rete di distribuzione elettrica esistente e l’autoconsumo di energia rinnovabile avviene virtualmente.
L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della Comunità, ma può anche essere messo a disposizione da uno o più membri partecipanti, o anche da un soggetto terzo.
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