Ieri si è registrata una scossa di terremoto sul Vesuvio di magnitudo 2.0 e con epicentro nel cratere. La scossa è avvenuta intorno alle 8:38 del mattino ed è stata comunicata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Non sono stati segnalati danni a cose o persone, ma la scossa avvenuta in superficie, è stata avvertita da diversi comuni vesuviani. A San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia e Somma Vesuviana, gli abitanti sono andati un pò in agitazione. Come accade di solito, ai piani alti hanno avvertito il movimento tellurico anche nei paesi più distaccati dalla zona vesuviana.
La scossa ha generato un pò di preoccupazione nei cittadini, manifestata anche sui social. ma questi sono registrati come fenomeni quasi quotidiani e non c’è da allarmarsi, secondo i sismologi e quanto riportato su fanpage.it. Sebbene generalmente tutte al di sotto del grado 1.0 di magnitudo, questi movimenti sono giornalieri. Questa attività sismica sta viaggiando in parallelo con quella della zona flegrea dove è attivo anche il fenomeno del bradisismo che ha portato negli ultimi anni ad un sollevamento di oltre un metro del terreno nel solo Rione Terra di Pozzuoli.
Il Vesuvio, dopo l’ultima eruzione, sta continuando a raffreddarsi e compattarsi generando, di conseguenza, piccole scosse. Le scosse, non provengono dalla risalita del magma, che al momento rimane del tutto stazionaria. Secondo il parere della dottoressa Bianco, ex direttrice dell’Osservatorio vesuviano di Napoli, oggi alla guida del Dipartimento vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia:“Gli ultimi eventi sismici del Vesuvio hanno avuto bassa intensità. Si tratta di una sismicità a bassa energia nell’area craterica dovuta a questo fenomeno di contrazione del cratere. Piccole fratture che non vengono dal profondo e non c’è neanche una traccia di magma che degassa, visto che le piccole fumarole che ci sono non danno alcuna composizione anomala ora”.
Secondo il vulcanologo Roberto Sulpizio “Affinché si possa rivivere un’eruzione pericolosa paragonata a quella che cancellò Pompei (79 d.C.) si deve attendere un periodo di calma prolungato. Occorrono millenni perché il magma fonolitico possa accumularsi in quantità sufficiente. Il vulcano di per sé non è pericoloso – commenta il vulcanologo – diventa pericoloso quando alle sue pendici vivono 700’000 persone come nel caso del Vesuvio”.
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