A Pianura nel napoletano ieri pomeriggio é stata trovata per strada una bomba da mortaio in un borsone, era della seconda guerra mondiale. Misterioso ritrovamento ieri pomeriggio a Pianura dove i carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli insieme a quelli della stazione Pianura – su segnalazione del 112 – sono intervenuti a via Torciolano all’altezza del civico 21 per la segnalazione di una borsa in strada. Al suo interno un colpo di mortaio verosimilmente risalente alla seconda guerra mondiale. Sono intervenuti gli artificieri del comando provinciale di Napoli che hanno messo in sicurezza l’ordigno e recuperato. Indagini in corso per scoprire la provenienza. (CronachedellaCampania)
Ogni anno in Italia vengano rinvenuti circa 60mila ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale. Anche il nostro territorio campano è interessato da numerosi casi di ritrovamenti bellici inesplosi, sia in superficie che nei fondali marini. Nello stivale sono circa 25mila gli ordigni sganciati dagli aerei, soprattutto della Royal Air Force e della United States Air Force, durante la Seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1945. Molte di queste, esplosero parzialmente, a causa di difetti di costruzione o per le condizioni ambientali avverse. Sono tutt’ora armate, ma non pericolose finché restano sottosuolo. Queste bombe potrebbero provocare danni a persone, animali e cose qualora venissero mosse, toccate o maneggiate senza attenzione.
Anche il sud del Paese è stato, durante la Seconda guerra mondiale, vessato dai bombardamenti. Soprattutto, la preparazione per lo sbarco alleato in Sicilia e poi nel centro Italia ha portato con sé le “bombe preventive”, nella zona tra la linea Gustav e la linea Gotica, le due linee di difesa tedesche. La prima partiva dal confine tra Lazio e Campania, nella zona di Frosinone, e arrivava ad Ortona, a sud di Pescara, passando per Cassino. La Seconda, a nord, andava dal fiume Magra, tra La Spezia e Massa-Carrara, fino a Pesaro, sul Mar Adriatico. Tra il 1946 e il 1948, negli anni successivi alla fine della guerra, in quelle zone vennero effettuate numerose operazioni di bonifica. Molti ordigni però, ancora non hanno visto la luce del sole.
il problema bombe inesplose riguarda anche il fondale marino, che è pieno di ordigni risalenti alla Seconda guerra mondiale. Nel 1999 una relazione dell’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare affermava che nel basso Adriatico erano presenti circa 20mila residuati bellici a carica chimica. Nel porto di Bari, per esempio, il 2 dicembre 1943, un bombardamento tedesco affondò 20 navi alleate. Molte di queste imbarcazioni avevano la stiva piena di ordigni, cariche di varie sostanze chimiche. Inoltre, alla fine della guerra l’esercito americano abbandono nei mari italiani quantità mai specificate di armamenti, tra cui ordigni pericolosamente inquinanti contenenti fosgene, cloruro di cianuro e cianuro idrato. In definitiva non esiste un luogo in Italia dove si possa dire con certezza che non ci siano bombe inesplose.(Opinione.it)
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