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Il quartiere Vomero di Napoli tra un nuovo progetto e ulteriori chiusure di attività storiche

Progetto nuovo per il Vomero e chiusure di attività storiche

Al Vomero, se da un lato chiudono le attività storiche, dall’altro si parla di un progetto per dare un “nuovo volto” alla Piazzetta degli artisti. La sovrintendenza, infatti, ha approvato un  progetto per “rinnovare” piazzetta degli artisti che, a quanto pare, potrebbe diventare pedonale.

Piazzetta degli artisti
quartiere Vomero di Napoli veduta dall’alto

Il nuovo progetto, per la zona centrale del Vomero, è molto ambizioso e ricco di possibilità per una delle zone più importanti e strategiche del quartiere. Lo scopo è rendere la Piazza degli artisti più comoda e fruibile per i cittadini napoletani che girano per la città a piedi. Forse i lavori potrebbero iniziare nei prossimi tre anni. Secondo il progetto la piazza potrebbe diventare pedonale e, potenzialmente, implementabile nel vicino futuro.

All’interno della Municipalità, negli ultimi 10 anni, ci sono stati molti contenziosi amministrativi che riguardano la costruzione del parcheggio sotterraneo in zona. I lavori furono iniziati e poi interrotti nel 2018 a causa delle protesti di chi si opponeva ai box. Adesso la Soprintendenza ha dato il nulla osta a conferma dell’intervento, rispettando alcuni criteri monumentali.

L’intervento prevede un parcheggio pertinenziale sotterraneo, in moda da pedonalizzare l’intero spazio centrale, che sarà arricchito con panchine, aiuole e verde. Nella rotonda, invece, verrà piantato un albero di Canfora, il Cinnamomun Canfora. Tutti i posti auto in superficie saranno eliminati mentre quelli per i disabili, per le bici ed i monopattini, restano.

Nuovo progetto e la chiusura delle attività storiche al Vomero

Se da un lato la Sovrintendenza approva un progetto ambizioso e e ricco per rendere un quartiere più vivibile e per dare un nuovo volto alla piazza, dall’altro si assiste alla chiusura di attività storiche.  Gennaro Capodanno , presidente del Comitato Valori collinari, da tempo segue la trasformazione che subisce il terziario commerciale  sulla collina vomerese.

Via Luca Giordano Quartiere Vomero di Napoli

Queste le sue dichiarazioni: Continua, senza sosta, la scomparsa dei più antichi negozi presenti nell’ambito della municipalità collinare, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella e al cui posto, in molti casi, sono sorte attività per la somministrazione di cibi e bevande, che, con la presenza di gazebo, ombrelloni tavolini e sedie, hanno di fatto trasformato il quartiere collinare della Città, un tempo conosciuto come “quartiere dei broccoli” per la presenza di vasti appezzamenti di terreno, dove si coltivava questo ortaggio, in un vero e proprio fast food a cielo aperto “

Troppe attività storiche hanno chiuso al vomero per dare spazio al food

“ Purtroppo, nel silenzio delle istituzioni preposte – ha dichiarato Capodanno -, aziende che, in oltre mezzo secolo di vita, avevano reso famosi gli esercizi commerciali di tradizione del Vomero, continuano a scomparire. E l’elenco si aggiorna e si allunga continuamente con una preoccupante cadenza ravvicinata. Negli ultimi anni hanno chiuso il Bagaglino, Abet, Coppola, Daniele, il negozio di fiori Cimmino, nel solo tratto pedonalizzato di via Scarlatti, le librerie Guida in via Merliani e Loffredo in via Kerbaker. Per ricordarne solo alcune, tra le più rinomate e conosciute, ma l’elenco è molto più lungo“.

Via Scarlatti Quartiere Vomero di Napoli

L’ultimo esercizio di tradizione che ha chiuso di recente è una rivendita di pane in via Ruoppolo – ha puntualizzato Capodanno -. Una strada quest’ultima che, a seguito della chiusura di precedenti attività, ha visto il fiorire di numerosi esercizi adibiti alla somministrazione di cibi e bevande, con la conseguente occupazione del marciapiede antistante con ombrelloni, tavolini e sedie “.

 

 ” Una trasformazione quella settore commerciale nell’ambito della municipalità collinare che ha subito un’improvvisa ed emblematica impennata a partire dall’inizio di questo secolo – ha sottolineato Capodanno -. Al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di antiche tradizionali famiglie vomeresi, che si trasmettevano di padre in figlio, sono arrivate attività di ogni tipo, principalmente però a carattere gastronomico, con bar, gelaterie, pasticcerie, ristoranti e paninoteche.

Una tendenza che non sembra arrestarsi, una trasformazione che  meriterebbe certamente un’attenzione e un’analisi più approfondita da parte degli enti e degli uffici a tanto preposti “.

La scomparsa di struture culturali e di socializzazione

“ Analogo destino è toccato a molte delle strutture culturali e di socializzazione presenti sul territorio, come le sale cinematografiche, a disposizione dei circa 120mila residenti della municipalità 5 – ha concluso Capodanno – Infatti, agli inizi degli anni ’60, nell’ambito di quest’area si contavano ben dieci sale cinematografiche. Allo stato ne sono rimaste solo quattro mentre le altre sei sono attualmente adibite ad altre attività.

Sono scomparsi, il cinema Ideal in via Scarlatti, dove attualmente c’è il megastore Zara, l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini, l’Abadir,  già Orchidea, in via Paisiello, dove ha aperto un supermercato e, ultimo in ordine di tempo, il cinema Arcobaleno al cui posto c’è un negozio cinese “ .

Il presidente del Comitato Collinare ha attirato l’attenzione degli enti preposti sulla chiusura delle attività al Vomero. Lo scopo  mettere in campo idonei interventi che salvaguardino quelle poche attività rimaste. Inoltre vorrebbe attivare iniziative e provvedimenti che diversificassero l’offerta commerciale, evitando, perciò, l’apertura di altri esercizi pubblici che somministrano cibi e bevande, a scapito dei negozi storici. Infatti queste attività hanno saturato la domanda del territorio della municipalità collinare.

Non si può valorizzare un territorio da un lato e distruggere ciò che resta del nostro patrimonio culturale dall’altro. Tutto ciò provoca ad una città storica come Napoli un vero danno. Si spera che Gennaro Capodanno riesca a “smuovere le acque” e a spingere le istituzioni a proteggere ciò che rappresenta, per Napoli un vero “pezzo” di patrimonio storico e culturale che la caratterizza.

Marianna Caprio

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