Cultura

Il connubio tra Sacro e Profano: L’arte dei Songye in mostra a Napoli

Nella cappella Palatina del Maschio Angioino la superba mostra dei Songye

Mostra molto curiosa ed intrigante quella dei “Sacri spiriti dei Songye nella cappella Palatina” situata nella stupenda location del Maschio Angioino a Napoli. La rassegna ha il patrocinio della Repubblica Democratica del Congo, del Comune di Napoli attraverso il proprio Museo Archeologico, l’università Orientale e del centro studi Archeologia Africana di Milano. La mostra è stata curata dagli esperti internazionali Gigi Pezzoli e Bernard de Grunne.

La rassegna comprende oltre 130 opere che sono state assemblate dal gruppo Conselli Art

Si tratta della fiera più grande e più importante di sculture che raffigurano e rappresentano la tradizione e l’universo dei Songye.I Songye sono stati un gruppo etnico africano localizzato dagli esperti nella zona sud-orientale del Congo. Le sculture a prima vista sono di grande impatto emotivo ed incarnano in toto la grande creatività e spiritualità del continente africano. Le opere sono solitamente feticci che raffigurano figure di potere e istituzionali nella gerarchia del mondo sociale e politico di questa popolazione tribale. Gli oggetti raffigurati hanno soprattutto una funzione magica-
protettiva. I volti delle persone riprodotte hanno sempre espressione molto forti, che sono in netta contrapposizione con il resto del corpo perché non ricalcano le normali simmetrie delle sembianze umane.

La funzione primaria delle sculture

era quella di far capire e soprattutto far accettare dalla comunità i ruoli e le regole che vigevano in quel periodo storico. Infatti queste rappresentazioni avevano il ruolo principale di assicurare la compattezza sociale nella tribù e in qualche modo di far giustificare le figure istituzionali e di potere. Avevano quindi una funzione storica e politica ed erano frutto di una continua pratica devozionale. Le figure per gli indigeni interpretavano anche un compito assolutamente fondamentale e cioè quello
di aiutare e risolvere le problematiche della popolazione nel loro percorso umano. Venivano venerate, soprattutto per scongiurare il malocchio, la miseria e l’aridità dei campi da coltivare. Bisogna evidenziare che un gruppo di queste sculture Songye possono essere ammirate in una sezione del museo Archeologico di Napoli. La rassegna è aperta al pubblico dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 17. L’ ingresso è gratuito. Raccomandata a tutti coloro che amano la cultura etnica.

Ferdinando Guma

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