Costume e società

“Curare la Terra é un obbligo morale” dice il Papa

“Curare la Terra é un obbligo morale per tutti”, queste le parole del Papa in occasione della Giornata mondiale della Terra

Ieri, in occasione della Giornata mondiale della Terra il Papa ha dichiarato: “Curare la Terra é un obbligo morale per tutti”. Papa Francesco in suo tweet ha così affermato: “Il libro della Genesi ci dice che il Signore affidò agli esseri umani la responsabilità di essere custodi del creato. Perciò, la cura della Terra è un obbligo morale per tutti gli uomini e le donne in quanto figli di Dio”.

La 53esima edizione della Giornata Mondiale della Terra

La Giornata Mondiale della Terra é giunta alla sua 53esima edizione e celebra il nostro pianeta promuovendone la salvaguardia  salvaguardia coinvolgendo 1 miliardo di persone provenienti da oltre 190 Paesi. Secondo quanto riportato su HDBlog.it, l’idea di istituire l’Earth Day nasce nel 1969, quando il senatore americano Gaylord Nelson fu testimone oculare del disastro naturale causato dallo scoppio di un pozzo di petrolio vicino a Santa Barbara, in California. Tre milioni di litri di petrolio formarono una marea nera di più di 2.000 chilometri quadrati: fu allora che sentì la necessità di istituire un giorno dedicato alla sensibilizzazione sul tema ambientale.

Si partì dunque con una serie di iniziative di teach-in presso i campus universitari degli Stati Uniti, come data fu scelta quella del 22 aprile perché era un giorno compreso tra lo Spring Break e gli esami di fine anno, con l’auspicio che la partecipazione da parte degli studenti sarebbe stata massiccia. Nell’organizzazione fu coinvolto il giovane attivista Denis Hayes che decise di chiamare questa giornata Earth Day. Il “brand” fu così accattivante che richiamò subito l’attenzione dei media, trasformando l’evento in una manifestazione di grandissima portata diffondendosi rapidamente in tutti gli Stati Uniti e coinvolgendo migliaia di college ed università.

La prima edizione nel 1970

Il grande successo dell’Earth Day ricevuto sin dal primo anno si deve al fatto che questa iniziativa fu vista come opportunità per la creazione di un unico movimento coeso. E proprio l’Earth Day sarebbe da quel momento diventata un’unica voce che raccoglieva tutte le proteste individuali. L’edizione 1970, la prima in assoluto, fu talmente importante da portare alla creazione della United States Environmental Protection Agency ed alla stesura di quelle che sarebbero diventate le leggi pilastro per la salvaguardia ambientale degli USA – tra queste il National Environmental Education Act ed il Clean Air Act, e negli anni successivi il Federal Insecticide, Fungicide and Rodenticide Act.

Nel 1990 furono coinvolti 141 Paesi e 200 milioni di persone

Per un Earth Day globale bisogna tuttavia attendere 20 anni: nel 1990 furono coinvolti 141 Paesi e 200 milioni di persone, la partecipazione fu tale da portare le Nazioni Unite ad organizzare lo storico Earth Summit di Rio de Janeiro due anni più tardi, nel 1992. Nel 2000 l’attenzione si focalizzò sul riscaldamento globale e l’energia pulita, e in quel caso la giornata mondiale coinvolse 184 Paesi.

Nonostante un forte ostracismo da parte delle lobby del petrolio e dei negazionisti, l’Earth Day ha saputo richiamare su di sé l’attenzione di tutto il mondo portando avanti iniziative sempre più importanti per la salvaguardia del pianeta e la formazione delle persone sulla consapevolezza dell’emergenza ambientale. Oggi la giornata viene organizzata da Earthday.org e viene vissuta in 193 Paesi con attività che coinvolgono l’intera popolazione. Così si legge sul sito ufficiale: “Man mano che cresce la consapevolezza della nostra crisi climatica, cresce anche la mobilitazione della società civile, che oggi sta raggiungendo un picco febbrile in tutto il mondo. Delusi dal basso livello di ambizione seguito all’adozione dell’Accordo di Parigi nel 2015 e frustrati dal letargo ambientale internazionale, i cittadini del mondo si stanno ribellando per chiedere un’azione molto maggiore per il nostro pianeta e la sua gente.”

 

 

 

 

Flora Febraro

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