Rubrica

Cartoline Europee-Muro contro muro

Cartoline Europee-La consueta rubrica sulla Politica Europea 

Decimo giorno di proteste in Francia per contrastare ancora una volta l’odiata riforma sulle pensioni, voluta dal Governo francese e dal Presidente Macron. Sono state oltre duecento le manifestazioni, che ieri in Francia hanno paralizzato di fatto il Paese. Oltre centomila persone si sono riunite nella sola  Parigi e quasi 2 milioni in tutta la nazione, per rivendicare i propri diritti contro la legge definita dai Sindacati iniqua e durissima da accettare. Grande partecipazione dei giovani nel decimo giorno di protesta. A Nizza è stato bloccato l’ingresso alla facoltà di Lettere da parte di alcuni studenti, in segno di solidarietà nei confronti dei lavoratori francesi. Si calcola che proprio nel settore scolastico della giornata di ieri, c’è stata un’adesione allo sciopero di circa il 30% degli insegnanti. Continuano i gravi disagi anche per il settore dei trasporti. Infatti si sono verificati gravi ritardi nella metropolitana parigina, provocando enormi difficoltà a coloro che sono stati costretti a spostarsi con i mezzi pubblici. Anche il traffico aereo ha subito molti ritardi e cancellazioni dei voli previsti, con estenuanti attese per i pochi che sono riusciti a partire. La protesta negli ultimi giorni non ha risparmiato nemmeno il mitico Louvre. Infatti lunedì il Museo non è stato aperto al pubblico per le agitazioni  sindacali indette nel paese, che stanno mettendo letteralmente in ginocchio la Francia. Oggi però dovrebbero tornare a lavorare i netturbini. La sola Parigi deve smaltire migliaia di tonnellate di rifiuti, che si sono accumulati durante queste settimane di scioperi reiterati, che hanno fatto diventare la capitale parigina una vera e propria pattumiera. Nella giornata di ieri è stata chiusa anche la Torre Eiffel, lasciando rammaricati i molti turisti che erano accorsi a visitarla. La situazione sta diventando onestamente sempre più drammatica e complessa. I maggiori sindacati del paese chiedono univocamente al Presidente Macron e al Governo, di mettere in pausa la riforma per almeno sei mesi. Facendo in questo modo calmare le acque, per poi trovare una soluzione che possa essere condivisa da tutte le parti. Ma il Governo sembra orientato a proseguire decisamente la strada intrapresa. L’Esecutivo Francese in questo  momento contingente, non è assolutamente disposto a nessun tipo di concertazione politica-sociale della riforma pensionistica. Proprio per questo le Associazioni Sindacali hanno indetto una nuova giornata di proteste per il prossimo 6 aprile. Appare chiaro che ormai ci troviamo in una situazione di grave stallo. Sarà adesso molto difficile trovare una soluzione adeguata che metta tutti d’accordo.

Ferdinando Guma

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